Regione

Anno nuovo, problemi vecchi anche per il 2020

di V.G.

Restano in evidenza le questioni lasciate in eredità dall’anno trascorso. In queste prime settimane del nuovo anno 2020, tento un sintetico bilancio dell’attività sia a livello nazionale che regionale. Partiamo dal governo che con la maggioranza composta dai 5 stelle, PD e “Italia Viva” di Matteo Renzi, si trova ad affrontare gli stessi problemi dell’anno scorso. Prima di tutto la situazione economico finanziaria, con una ripresa timida, incerta e troppo lenta. Gli indicatori segnalano in modo chiaro questo stato di fatto piuttosto serio. Sul fronte dell’occupazione non ci sono novità positive, anzi permane una forte preoccupazione di fronte alla paventata chiusura di alcune realtà gestite in particolare da multinazionali come nel caso del Friuli con la Solari. Il problema del gigantesco debito pubblico che pesa come un macigno sulle future generazioni, continua a non essere affrontato in modo credibile ed incisivo. A ciò si aggiunga la situazione internazionale con nubi all’orizzonte, come il caso della vicina Libia che vede il nostro paese interessato per legami storici e per interessi strategici quali l’approvvigionamento petrolifero o altre fonti energetiche. Il ruolo dell’Italia, potenzialmente rilevante soprattutto in un contesto europeo, fino ad ora non si è fatto sentire e non ha prodotto risultati convincenti. Restano poi tutte le contraddizioni e l’andamento alle volte pasticciato della politica interna, su cui grava la legge sul taglio dei parlamentari che dovrà essere sottoposto ad un referendum confermativo. Le conseguenze sulla stabilità non solo del governo, ma anche sulla tenuta della legislatura parlamentare appaiono abbastanza prevedibili. A nulla potrà servire come il varo dell’ennesima legge elettorale, se la maggioranza non ritroverà un’effettiva coesione ed una reale unità d’azione. Certo l’attaccamento alla poltrona e quindi al potere, esercita una forza di attrazione ed una volontà di sopravvivenza fortissime, ma non in termini tali da garantire una sicura durata dei restanti 4 anni. La sensazione resta quella di un galleggiamento fino a quando sarà possibile.
Per quanto riguarda l’attività del Friuli Venezia Giulia, la Giunta sostenuta dalla maggioranza formata dalla Lega (1° partito), da F.I., da Fratelli d’Italia e dalle civiche come Progetto Fvg o A. R., dopo il recente varo di alcune riforme come quella sanitaria o delle autonomie locali, continuerà ad attuare il programma politico amministrativo presentato nelle elezioni del 2018 che hanno visto la netta affermazione di Massimiliano Fedriga a governatore della regione. Tra queste, per quanto di competenza, alcuni stimoli ai vari settori produttivi per la ripresa economica, la semplificazione e lo snellimento burocratico, oltre alla rinegoziazione della specificità con il governo centrale. Nel corso dello scorso anno qualche problema all’interno delle forze politiche di maggioranza è affiorato in particolare nel movimento Progetto Fvg. La scomposizione tra l’anima politica del coordinatore regionale il senatore Ferruccio Saro e quella rappresentata dall’assessore alle attività produttive Sergio Bini, ha avuto uno scoppio tanto rapido quanto clamoroso. Quali potranno essere gli esiti futuri? Difficile pronosticarlo in questo particolare momento. Ad ogni modo, un dato risulta certo, comunque vada a finire non ci saranno ripercussioni sulla tenuta o sulla stabilità della maggioranza unita intorno al presidente Fedriga. Anche altre polemiche affiorate sui social o su alcuni organi di stampa per questioni legate ai ruoli istituzionali, non produrranno effetti nell’azione di governo.
Ovviamente, sia a livello nazionale che in quello regionale, l’augurio resta quello di un 2020 positivo con un lavoro proficuo e costruttivo da parte di tutti, maggioranze o opposizioni.

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Ultimo aggiornamento: 28/03/2024 01:48