Codroipo, Arte e spettacoli

“Questo mio maledetto naso”: storia d’amore e di bellezza

di Ilaria Mattiussi

©Marco Caselli Nirmal
©Marco Caselli Nirmal
Cyrano e Cristiano, brutto ma dall’animo poetico il primo, di bell’aspetto ma incapace di parlar d’amore il secondo, sono innamorati della stessa donna, Rossana.
La vicenda sembra portare a una conclusione tragica e senza speranza, ma lo spettacolo diretto e interpretato da Jurij Ferrini e, andato in scena ieri sera, 16 gennaio, al Teatro Benois De Cecco di Codroipo è molto di più. Risate e lacrime si mescolano nell’anima del pubblico in una vorticosa danza, fra le vicende narrate e la storia personale di ognuno, per tentare di dare risposta alla domanda che tutti, almeno una volta, ci siamo posti: posso essere me stesso e meritare amore?

Ne abbiamo parlato con Jurij Ferrini, regista e interprete di "Cyrano".

Cyrano è universalmente ricordato per il suo naso, ma l’opera di Rostand non è conosciuta da tutti.
Il teatro che preferisco è proprio quello rivolto a chi non ne conosce la trama. Con i miei compagni di lavoro raccontiamo la storia, la impersoniamo, la interpretiamo e la rendiamo chiara fino in fondo, in tutti i suoi sviluppi e dettagli.
Non c’è bisogno di competenze di alcun genere, il teatro che propone la nostra compagnia è pop, popolare d’arte: il testo è un’opera meravigliosa, ma arriva al pubblico in tutti i suoi livelli. In questo caso, il lavoro di interpretazione è fatto in ensemble e non è possibile recitare in maniera disomogenea o distaccata.
Il suo è uno spettacolo particolarmente longevo, in replica ormai dal 2014. Come si spiega questo straordinario successo di pubblico?
Sì, siamo in scena da cinque anni e termineremo in Friuli con le date di Codroipo e Latisana. Il merito è anche del testo di Rostand, nel quale lo spettatore si può riconoscere nel sentimento di disagio verso il proprio corpo o le proprie abilità. Cyrano si vergogna del suo naso, ma ha la capacità di far sognare Rossana, Cristiano è bello ma non in grado di parlare d’amore. La conquistano insieme, ma nessuno dei due riuscirà a vivere la propria storia d’amore con lei ed è proprio questo che emoziona il pubblico: è una commedia romantica con momenti di forte commozione.
Ogni sera, poi, è a sé stante e si crea un’alchimia diversa nel rapporto fra platea e palcoscenico.
L’opera è stata tradotta e riadattata da Lei.
Sì, le traduzioni precedenti risalgono agli anni 50 e 60 e cercano di restituire il linguaggio originale francese di fine ’800.
Svecchiare la scrittura, però, non vuol dire banalizzarla, ma mantenere il gioco di rime in un contesto moderno ma senza tempo.
Lei ha scritto “Attraverso Cyrano, Edmond Rostand si rivolgeva, secondo il ricordo del figlio Maurice, ad una generazione senza più alcuna fede”. Chi è oggi il suo destinatario?
Si rivolge ad un’altra generazione senza alcuna speranza, dove molti giovani hanno nello sguardo sogni fatti a pezzi.
Per esempio, la bugia è qualcosa di sdoganato nella nostra epoca, non è un problema: siamo abituati a mentire e ricevere menzogne in modo consapevole.
Cyrano offre valori demodé, è un uomo che non si piega, il classico esempio di eroe tardo-romantico.
Rispetto al 1897 la bellezza è ancora considerata un valore fondamentale. Prima o poi Rossana riuscirà a guardare oltre l’aspetto fisico?
Rebecca Rossetti dona spessore al personaggio di Rossana, spesso relegato al ruolo di donna interessata solo all’aspetto fisico. In realtà non è così, viene ingannata da Cyrano e Cristiano ed è questa triangolazione che conquista il pubblico.
Se i due spadaccini fossero stati sinceri con lei, quindi, la vicenda si sarebbe conclusa in modo diverso?
Non credo esista una risposta, forse è proprio la domanda che bisogna lasciare al pubblico. Non è sempre facile, però, lasciar entrare l’amore che si riceve, perché ognuno di noi crede di non esserne degno.
Oggi Cyrano potrebbe adeguarsi ai moderni canoni di bellezza con un intervento estetico. La sua storia è ancora attuale?
Non c’è nulla di male nel voler correggere alcune piccole e grandi imperfezioni, ma ciò che rende affascinante una persona è l’accettazione di sé e delle proprie ferite dell’anima. In questo senso il naso che utilizzo in scena ricorda l’esito di un intervento mal riuscito dei primi chirurghi del '600, ma è anche una gabbia metaforica che rappresenta una prigione mentale, il non sentirsi all’altezza.
In un periodo nel quale si utilizzano in modo massiccio effetti speciali e nuove tecnologie, la scelta di una scenografia composta da pochi elementi è nettamente controcorrente.
Una rappresentazione realistica limita il pubblico, perché il teatro è ancora luogo della parola che suggestiona e evoca.
Lo spettatore può immaginare la sua trincea, la sua guerra attraverso due panche rovesciate. Se utilizziamo concetti flessibili e ambigui, il pubblico potrà scorgere il suo Cyrano, in una mescolanza fra ciò che vede sul palco e la propria esperienza di vita.
Quali sono le emozioni che vorrebbe regalare allo spettatore?
Spero che il pubblico torni a casa scosso fra riso e pianto.
Nonostante lo spettacolo sia in replica da cinque anni, ogni sera cerchiamo di fare accadere le vicende per la prima volta donando queste emozioni agli spettatori.


Dati tecnici della produzione andata in scena il 15 gennaio al Teatro Benois De Cecco di Codroipo:
"CYRANO DE BERGERAC" di Edmond Rostand
Regia di Jurij Ferrini
Con Jurij Ferrini, Rebecca Rossetti, Raffaele Musella, Angelo Tronca, Matteo Alì, Francesco Gargiulo, Michele Schiano di Cola, Cecilia Bozzolini, Lorenzo Bartoli e Federico Palumieri.
Scene e costumi Gaia Moltedo
Luci Lamberto Pirrone
Suono Gian Andrea Francescutti
Assistente alla regia Flaminia Caroli
Il naso di Cyrano è realizzato da Michele Guaschino
Organizzazione e promozione Chiara Attorre
Produzione esecutiva Wilma Sciutto
UNA PRODUZIONE PROGETTO U.R.T. IN COLLABORAZIONE CON FONDAZIONE TEATRO STABILE TORINO – TEATRO NAZIONALE

EVENTI DI OGGI

Biblioteca, Sedegliano, 16:30
UTES incontri 2024
Villa Valetudine, Camino al Tagliamento
Marisa Ribis e Emanuela Giaretto
Sala Abaco, Corte Italia, Codroipo, 18:00
Salviamo la sanità pubblica
Teatro Benois De Cecco, Codroipo, 20:00
È stagione di zecche: cosa fare?
SEGNALA EVENTO
GALLERY
INFO UTILI
RIVISTA STAMPATA
Ultimo aggiornamento: 18/04/2024 07:20