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Pozzis - Samarcanda on the road dalle montagne friulane

di Angelo Cannella

Pozzis Samarcanda è un film on the road che ha origine da un paese sulle montagne friulane, appunto Pozzis, ed ha come meta la mitica città dell’Asia centrale, Samarcanda.
E’ una storia, di amicizia e di avventura sulle 2 ruote: i protagonisti sono Cocco e Stefano. due amici improbabili legati da un unico obiettivo: arrivare a Samarcanda. Cocco ha 73 anni e un passato tormentato, è affetto dal morbo di Crohn ed è l’unico abitante di Pozzis, un paese abbandonato sulle montagne friulane. Da sempre sogna di partire verso est in sella alla sua Harley Davidson del 1939
Pozzis, un borgo di montagna nascosto tra le montagne nel nord est. Samarcanda, città storica dell’Asia centrale, mitico crocevia di lingue e civiltà. In mezzo una distanza, non solo culturale: 8.022 km. Un numero con un significato relativo per chi come Stefano ha percorso il tragitto comodamente in furgone. Tutt’altra cosa è stare in sella a una moto rigida su strade dissestate. Esausto, nel deserto uzbeco, lungo i resti di ciò che è stata una strada, Cocco dice: «Fare 20 km qui è come farne 200 su una strada normale!». In queste parole c’è il senso dei chilometri che ha percorso, con i suoi 73 anni, gli 80 della sua moto e la malattia cronica di cui soffre. Il viaggio di andata di Stefano e Cocco è durato 37 giorni, toccando 9 stati. Attraverso i Balcani, per entrare in Turchia, fino poi al limite con il confine armeno. Da lì, proseguendo tra Mar Nero e Mar Caspio verso la Georgia, nella steppa, fino al Kazakhstan. Raggiunto l’Uzbekistan, hanno fiancheggiato il confine con il Turkmenistan per scendere fino a Samarcanda.
L’incontro con Stefano, regista di 22 anni, rende il sogno realtà. Nasce così un viaggio donchisciottesco: 8000 km, fin nel cuore dell’Asia. Cocco in sella ad una moto inadatta a un percorso così estremo. Stefano al seguito, su un furgone con una troupe cinematografica, per realizzare un film sull’impresa e la travagliata storia dell’amico. Cocco ha scontato otto anni in carcere per omicidio, ma non vuole parlarne e Stefano teme che questo comprometta la riuscita del film. Tra le difficoltà di un viaggio che sembra impossibile per un vecchio motociclista, i dubbi di un giovane regista per la prima volta davanti alla macchina da presa, ed imprevisti anche drammatici, i due temono di essersi cimentati in un progetto più grande di loro. Solo la loro amicizia permetterà ad entrambi di raggiungere la propria meta.
Il progetto di sviluppo di Pozzis, Samarcanda nasce nel 2018 ed entra nel vivo con la campagna crowdfunding su Ulule. L’obiettivo di raggiungere €3.000 euro per coprire parte dei costi del viaggio viene raggiunto in un giorno soltanto. Il progetto in breve tempo risulta il più popolare in assoluto sulla piattaforma, che lo premia con un ulteriore finanziamento. In totale attraverso i contributi di 315 sostenitori da ogni parte del mondo Pozzis, Samarcanda raggiunge il 500% della cifra inizialmente stabilita come obiettivo della campagna, il che permette di coprire pienamente i costi del viaggio e dà la possibilità di ricercare altri finanziamenti.
Anche grazie alla solidità del seguito ottenuto, il film ha ricevuto il sostegno del Fondo Audiovisivo FVG, dell’Agenzia Regionale per la Lingua Friulana e della Friuli Venezia Giulia Film Commission. La popolarità di Cocco negli ambienti motociclistici è stata inoltre decisiva per far crescere un’affezionata e numerosa community che ha seguito il making del film attraverso la sua pagina facebook. Questo film è anche un po’ di tutti coloro che l’hanno sostenuto.
“Non ha niente di originale. Solo il motore. Il resto l’ho fatto io – racconta Cocco della sua due ruote -: ho costruito il telaio e messo un cambio Triumph con la cinghia. É un 1200 cc, una moto rara. Il motore è come quello di una falciatrice: funziona sempre, ma devi conoscerla. Se la conosci è un gioiello, ma se non l’hai mai usata non fai nemmeno venti chilometri! Andare a Samarcanda con una moto così è da pazzi. É rigida! Le mani ti diventano due pezzi di legno per le vibrazioni. Se prendi una buca sbandi e lei va dove vuole. Essere in sella a una moto vecchia è come cavalcare un cavallo: devi parlargli. Io le parlo, ci diamo forza a vicenda. In due facciamo centocinquant’anni, ma quando sono in sella mi sento un ragazzino. Io e lei siamo una cosa sola. Senza di lei preferisco morire, non riesco”.
Il film, inoltre, si aggiudica il premio come miglior film all’Edera Film Festival e la giuria tecnica ha motivato così l’assegnazione del premio: “…per la freschezza e il senso di avventura che rappresentano l’essenza stessa del fare cinema, per il coraggio di mettersi in gioco, per esser capace di mantenere la lucidità nel doppio ruolo di regista e spalla del protagonista. “Pozzis, Samarcanda” è in tutto e per tutto un viaggio di iniziazione per l’autore che ci restituisce una meravigliosa umanità, un ritratto cinematografico autentico, lontano da ogni compiacimento.”
“Vincere questo premio è una grande emozione – commenta il regista Stefano Giacomuzzi – perché sullo stesso schermo su cui ho visto proiettato il mio film, anni fa ho visto grandi capolavori del cinema, da Lynch a Godard. Questo un po’ mi imbarazza anche ma senz’altro mi emoziona molto. Il cinema Edera è un luogo magico, che ho davvero a cuore, avendolo frequentato spesso nel breve periodo in cui ho vissuto a Treviso, lo considero uno degli ultimi avamposti del cinema d’essai in Italia, un cinema storico dove è un onore presentare il mio lavoro.”
Un viaggio e un progetto che hanno cementato un'amicizia unica. “Gli chiesi quale fosse la morale del film che avevamo girato. Mi rispose con la sua solita schiettezza – racconta Giacomuzzi -. «Io senza di te non sarei mai riuscito a venire fin qui. E tu senza di me non avresti mai fatto questo film. La morale è che un vecchio di 73 anni ha bisogno di un giovane di 22, e un giovane di 22 ha bisogno di un vecchio di 73”.

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Ultimo aggiornamento: 28/03/2024 01:48