Codroipo

Punto di arrivo per Villa Manin?

di Chiara Moletta

Il 2018 per Villa Manin di Passariano potrebbe essere il momento di svolta o, a seconda dei punti di vista, il punto di arrivo dopo tanti anni di diatribe e polemiche. I lavori di manutenzione, messa in sicurezza e restauro stanno infatti per giungere al termine. Molti degli affreschi interni sono stati restaurati e le sale saranno dotate di un nuovo impianto di illuminazione volto a valorizzare il patrimonio della residenza storica. Molti sono inoltre i progetti e le idee che si stanno facendo avanti per rilanciare la fama della dimora. È lo stesso assessore regionale alla cultura, Gianni Torrenti, che sottolinea il ruolo cruciale pensato per Codroipo, che dovrebbe finalmente diventare protagonista e promotrice di iniziative, da grandi concerti nel parco alle rinomate mostre di richiamo internazionale: “Se i nostri sforzi si concentrano esclusivamente sulla villa, le persone continueranno a venire solo qui e questo non riuscirà a lasciare una sufficiente ricchezza nel territorio. L’Erpac con il Comune deve promuovere attività in città individuando sale in cui ospitare mostre o dar spazio alla storia della dimora dell’ultimo doge. Si deve fare in modo che Codroipo sia protagonista, finora non è stato fatto e ci dobbiamo lavorare», sottolinea Torrenti. Certamente per rispondere a queste esigenze sono necessari una serie di accorgimenti, soprattutto per quanto riguarda i collegamenti tra la villa, il centro di Codroipo e la stazione ferroviaria. Da sempre infatti questo rappresenta uno dei punti critici per Villa Manin, fulcro consapevole del patrimonio locale ma lungi dall’essere una location di facile accesso con i mezzi pubblici. Bisogna inoltre rilevare anche che il calo dei consumi dovuto alla crisi economica in atto limita gli spostamenti delle persone e di conseguenza le spese relative agli svaghi di tipo culturale. L’idea della Regione è proprio quella di evitare un turismo precario, possibilmente grazie alla creazione di una rete sinergica con gli altri musei del territorio limitrofe. Le polemiche però, come di consuetudine, non finiscono qui. Il primo progetto che partirà consiste infatti nell’apertura dell’esposizione di moda di Roberto Capucci, la cui fondazione sarà trasferita da Roma ai locali che un tempo erano dedicati alla Scuola di Restauro. Già ad inizio 2017, la consigliera del Movimento 5 Stelle Elena Bianchi, ha depositato un’ interrogazione al Consiglio regionale sottolineando come non sia possibile “dimenticare che la Scuola ha una straordinaria valenza cultura e simbolica per il Friuli Venezia Giulia. Una realtà sorta per legge pochi mesi dopo il terremoto che devastò il Friuli nel 1976. Finora i restauratori si sono sempre formati a Villa Manin dove hanno potuto acquisire le fondamentali basi storiche, scientifiche e tecniche necessarie all’esercizio della professione, avendo allo stesso tempo una solida preparazione pratica. Spostare altrove la Scuola, tra l’altro con costi molto elevati per la collettività, potrebbe danneggiare un ente che ci viene invidiato in tutto il mondo”. 

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Ultimo aggiornamento: 28/03/2024 01:48