Arte e spettacoli, Auguri

Tanti Auguri al mitico Cetto La Qualunque

di Angelo Cannella

Tanti auguri ad Antonio Albanese, uno dei comici più iconici della sua generazione, che oggi, 10 ottobre, compie 57 anni.
È stato il gentile Epifanio, l'aggressivo Alex Drastico, il telecronista-ballerino Frengo, il giardiniere gay di casa Berlusconi Pier Piero. Tutti questi personaggi per un unico attore. La luminosa carriera di Antonio Albanese, celebrata da televisione, cinema e teatro, è quanto di meglio un artista italiano potrebbe chiedere. Ma il merito va tutto allo straordinario sodalizio con la comicità che sembra aver scelto il suo volto per esprimersi in tutta la sua allegria.
Di origine siciliana, si iscrive alla Civica Scuola d'Arte Drammatica di Milano, diplomandosi nel 1991. Debutta come attore di cabaret al teatro Zelig di Milano, lavorando come comico nel piccolo schermo al "Maurizio Costanzo Show" (1992), "Su la testa...!" (1992) e soprattutto con "Mai dire gol" (1993) condotto dalla Gialappa's Band, che gli fa rapidamente avere una notorietà incredibile. Stesso successo che gli riserverà il teatro nei suoi spettacoli in giro per l'Italia: "Misty" (1992), "Uomo!" (1992, poi ripreso nel 1994), "Patapim e Patapam" (1993) e "Giù al Nord" (1997), scritto con Michele Serra e Enzo Santin.
Il suo esordio cinematografico avviene nel 1993, sotto la direzione di Silvio Soldini ne Un'anima divisa in due, accanto a Fabrizio Bentivoglio e Renato Scarpa. Proseguirà con una carriera che alterna il piccolo al grande schermo e questo al teatro, ma dove unico punto di riferimento è Bologna, città dove vive con la moglie e la figlia. Nel tubo catodico, continuerà a far ridere i telespettatori come protagonista di trasmissioni ironiche come "Cielito Lindo" (1995), "Comici" (2000), "Non c'è problema" (2003). Al cinema, sarà regista di se stesso nell'esilarante commedia Uomo d'acqua dolce (1996), seguita da La fame e la sete (1999) e Il nostro matrimonio è in crisi (2002), coadiuvato dalle sceneggiature divertenti di Vincenzo Cerami. Mentre in teatro farà un exploit di spettacoli teatrali nel 1999 portando in scena: "Concerto apocalittico per Grilli", "Margherite", "Blatta" e "Orchestra".
Scelto per ben due volte da Carlo Mazzacurati per le pellicole Vesna va veloce (1996) e La lingua del santo (2000), proprio per quest'ultima viene nominato ai Nastri d'Argento come miglior attore protagonista per il suo ruolo di ladruncolo, affiancato da un donchisciottesco Bentivoglio. E mentre i fratelli Taviani lo dirigono in Tu ridi (1998), lui doppia il Grande Ratto del film d'animazione La gabbianella e il gatto (1998) di Enzo d'Alò.
Nel 2005, collabora ancora volta con la Gialappa's Band ne "Mai dire Lunedì" dove ha l'occasione di portare dei nuovi personaggi: Pier Peter (che poi si scoprirà Pier Piero), strampalato economista innamorato del calciatore di Milan, Gennaro Gattuso; il filosofo cocainomane Mino Martinelli e Cetto La Qualunque, politico calabrese depravato e corrotto. Trionferà anche al cinema, per la regia di Pupi Avati e accanto a Katia Ricciarelli ne La seconda notte di nozze (2005), per il quale avrà una candidatura sia ai David che ai Nastri d'Argento. Ritornerà poi a recitare in un ruolo omosessuale ne Manuale d'amore 2 - Capitoli successivi (2007) di Giovanni Veronesi. Seguono Giorni e nuvole (2007), Questione di cuore (2008) e, nel 2011, Qualunquemente, incentrato sul suo personaggio sicuramente più riuscito: il politico colluso con la mafia Cetto La Qualunque, che torna anche l'anno successivo nella commedia Tutto tutto niente niente.
Presterà poi il suo umorismo ad autori come Gianni Amelio (L'intrepido), Carlo Mazzacurati (La sedia della felicità) e Carlo Verdone (L'abbiamo fatta grossa)
Da ultimo ha diretto se stesso in una fortunata sit com andata in onda su rai 3 I topi, in cui veste i panni di un boss mafioso costretto a nascondersi, appunto come un topo, per sfuggire alla giustizia, che ha avuto un grande successo.

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Ultimo aggiornamento: 24/04/2024 17:08