Codroipo, Arte e spettacoli

Una storia di emigrazione e passioni

di Ilaria Mattiussi

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Il tema del ponte ha, da sempre, una forte valenza simbolica: è, infatti, sinonimo di apertura e speranza in un futuro migliore. Ne abbiamo parlato con l'attore Sebastiano Somma, in occasione dello spettacolo "Uno sguardo dal ponte" (testo di Arthur Miller, traduzione di Masolino d'Amico e regia di Enrico Maria Lamanna), in scena ieri al teatro "Benois De Cecco" di Codroipo (circuito ERT).

Il titolo dello spettacolo anticipa già alcuni temi della vicenda.
Il ponte, in questo spettacolo, è riconducibile al sogno americano inseguito da una famiglia siciliana, composta da Eddy Carbone, uno scaricatore di porto, sua moglie e la giovane nipote, orfana fin da piccola, che hanno adottato e cresciuto. La speranza di Eddy, il personaggio che interpreto, è quella di vedere questa ragazza attraversare il ponte di Brooklyn, da qui il titolo, e arrivare nella zona ricca di Manhattan, verso un futuro migliore. Lo spettacolo racconta uno spaccato di vita reale, nell'America degli anni 50, quando noi italiani emigravamo, spesso anche in maniera clandestina, per cercare fortuna.
Quali sono gli spunti di riflessione che regalate al pubblico?
Lo spettacolo tratta temi attuali, considerata l'importanza che oggi ha assunto l'immigrazione, e ricorda come questa sia stata anche la nostra storia. D'altra parte è, però, un viaggio nei sentimenti, un ragionamento su quali siano i limiti da porre fra noi e le persone che ci vivono accanto. Eddy Carbone cerca di mantenere integri i valori di unione, forza e coesione della sua famiglia, ma non vuole lasciar andare questa ragazza che sta ormai crescendo. Alla fine, dunque, si autocondanna, decidendo di andare incontro alla tragedia, consapevole di aver compiuto qualcosa di terribile. È questo lo spunto di riflessione più forte e toccante.
Com'è nata l'idea di questo progetto?
Lo spettacolo nasce da una mia passione per il suo testo. Ricordo che, già da ragazzo, mi colpì molto l'interpretazione di Raf Vallone, nel film di Sidney Lumet. Ho sempre corteggiato questo testo, ma ne ho avuto anche timore, perché è una scrittura importante con un personaggio complicato. Quando Luigi De Filippo mi propose di realizzare uno spettacolo prodotto da lui, gli raccontai la mia idea: era arrivato il momento giusto.
Come si è preparato ad interpretare il suo personaggio?
Mi sono calato, innanzitutto, nella riscrittura di Miller, approfondendola e facendo ricerche storiche, per esempio nel Museo dell'emigrazione italiana che si trovava in Piazza Venezia a Roma. Piano piano, in maniera quasi naturale, questo personaggio mi è entrato dentro.
Portare in scena questo spettacolo è una scelta coraggiosa, in un periodo in cui viene richiesta leggerezza.
Lo è. Accade, a volte, che crei dei limiti nella sua distribuzione. In questo caso, Renato Manzoni del circuito ERT ha assistito ad una rappresentazione e ci ha dato fiducia. Nei piccoli centri, fuori dalle grandi città, c'è ancora più voglia di ascoltare la parola del teatro. Per noi è una scommessa vinta, perché il pubblico si emoziona e torna a casa felice.
Secondo lei gli italiani inseguono ancora i sogni?
In questo periodo, molti italiani soffrono perché ci troviamo in un momento di confusione e disillusione, in cui ci è stata tolta la possibilità di essere ancora più generosi di quanto siamo. Penso che il nostro sia un popolo meraviglioso di sognatori romantici. Potremmo essere persone migliori se ci fosse più attenzione per il teatro, capace di far crescere e di far cambiare opinione su molti temi.
Domenica 2 febbraio prossimo, RAI1 proporrà la nuova fiction "Come una madre" che la vede fra gli interpreti.
È un racconto che coniuga molto bene gli aspetti sentimentali e romantici della fiaba, un viaggio compiuto da una donna (Vanessa Incontrada) e due bambini. Lei ha perso un figlio, loro la madre: scapperanno insieme da qualcosa che li farà incontrare, scontrare e unire. Io interpreto il Maggiore Sforza, un uomo che per ambizione ha messo in discussione parte dei propri valori legati all'istituzione. Ho accettato volentieri questo ruolo perché, televisivamente parlando, è lontano dalla positività delle precedenti esperienze. La regia è di Andrea Porporati e il cast comprende attori come Katia Ricciarelli e Giuseppe Zeno, per un ottimo prodotto che spero piaccia al pubblico.

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Ultimo aggiornamento: 25/04/2024 17:10