Lestizza, Arte e spettacoli

Alle 5 da me, fra gli ostacoli del cuore

di Ilaria Mattiussi

©Ignacio Maria Coccia
Irrazionale, appassionato, doloroso e a volte non corrisposto: l’amore è al centro di molte conversazioni, senza distinzione di età, sesso o provenienza. Quando poi ci convinciamo che la vita da soli non fa più per noi, diamo spesso inizio a una ricerca affrettata e disperata con l’unico risultato di imbatterci in individui bizzarri e improbabili che, presto o tardi, diverranno ex. Lo spettacolo “Alle 5 da me”, presentato ieri sera, 23 marzo, all’Auditorium Comunale di Lestizza, ha raccontato proprio questi esilaranti incontri, osservando i personaggi attraverso un’impietosa lente d’ingrandimento che mette in evidenza difetti e caratteristiche curiose. 

Ne abbiamo parlato con i due protagonisti, Gaia De Laurentiis e Ugo Dighero.

Che cosa racconta lo spettacolo che portate in scena?
Gaia De Laurentiis: la vicenda comincia dalla fine. Una donna e un uomo, appena sposati, ripercorrono le ultime quattro storie d’amore vissute, interpretando i rispettivi partner mancati. Delusione e dolore hanno ormai lasciato il posto a uno sguardo comico, caricaturale e a tratti grottesco.
Ugo Dighero: alla ricerca di un rapporto stabile, i due protagonisti incontrano personaggi inaffidabili e non credibili, molto lontani dalle loro aspettative e dai loro ideali.
Gaia De Laurentiis: è il secondo spettacolo dello stesso autore, Pierre Chesnot, che portiamo in scena. Il regista Stefano Artissunch, che ci aveva diretti anche nel precedente lavoro, ci ha però messi nelle condizioni di dare il meglio di noi e di percorrere nuove strade.
Ugo Dighero: conoscendoci già, sappiamo per esperienza quali siano i nostri punti di forza e debolezza. Siamo una coppia che lavora bene e ci aiutiamo a vicenda.

Le caratteristiche di donne e uomini rappresentati sono accompagnate anche da cambi di costume?
Gaia De Laurentiis: sì, il gioco è dichiarato e avviene in scena davanti al pubblico. Durante le prove ci siamo spesso chiesti se cambiare costumi fosse necessario, o addirittura superfluo. In realtà, quando si gioca fra amici, non c’è bisogno di particolari vestiti, ma siamo a teatro e anche l’occhio vuole la sua parte.
Ugo Dighero: in tal senso, il pubblico è coinvolto fino in fondo anche grazie alla scenografia di Matteo Soltanto, che ha creato uno spazio irreale e colorato.

Questi continui cambi di costume vi hanno mai portati a momenti di comicità involontaria?
Ugo Dighero: durante una replica mi sono dimenticato di togliere gli occhiali e il personaggio successivo non li portava. Quando accadono queste cose, lo segnaliamo in maniera chiara, in modo che anche il pubblico possa partecipare e si diverta.

È complicato calarsi in personaggi diversi fra loro, mantenendo un ritmo incalzante?
Gaia De Laurentiis: no, la vera difficoltà sta nel mantenere viva l’attenzione sul racconto. Se ciò non accade, la storia rischia di trasformarsi in una serie di momenti allegri, ma non legati tra loro da un filo conduttore.
Ugo Dighero: rappresentare personaggi diversi è stimolante, appassionante e ci permette di divertire e divertirci ogni sera.

I protagonisti cercano amore e stabilità per due motivi ben diversi.
Ugo Dighero: il mio personaggio è alla ricerca della donna ideale. Il suo sogno è un rapporto stabile e sereno: è stanco di svegliarsi ogni mattina ricordando a malapena il nome di chi ha conosciuto la sera prima.
Gaia De Laurentiis: Charlotte, invece, cerca, in un uomo solido e sicuro di sé, il padre adatto per suo figlio; in realtà crede di avere chiare le caratteristiche che vorrebbe trovare nel futuro marito, ma non è così perché la persona giusta si trova quando non la si cerca.
Ugo Dighero: In questo senso entrambi partono da premesse non reali, perché non è possibile decidere quando cominciare ad innamorarsi. Il personaggio femminile, addirittura, non cerca un uomo, ma ha come obiettivo un figlio e questo mette da subito in secondo piano l’eventuale fidanzato. Apparentemente destinati al fallimento, si incontrano e si sposano; sarebbe, però, interessante scoprire cosa accadrà dopo qualche anno.

Quale personaggio, fra quelli interpretati, amate di più?
Gaia De Laurentiis: sicuramente Patricia, una donna furba che recita anche nella vita.
Ugo Dighero: mi sono affezionato a uno degli uomini che interpreto, un becchino. È un personaggio tenero e goffo, con poca esperienza del mondo femminile e mi diverte molto.
A proposito, è davvero così difficile far ridere?
Ugo Dighero: certo, è la cosa più seria del mondo! I meccanismi della comicità sono legati alla psicologia dei personaggi e alle loro temperature emotive, per questo motivo è necessario indagarne umanità e sentimenti. L’attore comico, infatti, è spesso un ottimo attore drammatico, ma non è scontato accada il contrario.
Gaia De Laurentiis: il lavoro più complicato è quello in fase di allestimento dello spettacolo, perché la comicità è innanzitutto ritmo.

Quale spunto di riflessione volete lasciare al pubblico?
Gaia De Laurentiis: lo spettacolo racconta come l’amore non richieda una ricerca affannosa, quanto la capacità di mettersi in ascolto. Spesso la risposta è davanti ai nostri occhi.
Ugo Dighero: è una commedia sincera in cui il meccanismo comico è dato dai tentativi fallimentari di comunicazione fra donne e uomini. Non c’è una grammatica comune: ognuno si convince che l’altro possa comprenderlo, ma ciò non accade.
Ultimo aggiornamento: 19/04/2024 07:14