Mereto di Tomba

Rifiuti rallentano attività della centrale

di Maristella Cescutti

Una moda incivile quella di gettare i rifiuti nei corsi d’acqua, che si riversa da tempo anche in comune di Mereto di Tomba in una derivazione del canale Ledra che alimenta una centralina elettrica rallentandone l’attività e facendo perdere un incasso di 500 euro al giorno.
Bottiglie di plastica e di vetro, sacchi di ogni tipo ricolmi di rifiuti di ogni genere, carcasse di animali abbandonati e altro si trovano a ridosso delle griglie della centralina di proprietà di una società privata che si trova in località Mulin di Marchèt e la cui acqua scorre accanto ad un canale del Consorzio Ledra Tagliamento e di fronte alla relativa centrale.
Il luogo conserva un mulino di interesse storico si trova tra Blessano e Pantianicco all’altezza del relativo incrocio, molto pericoloso, tra la strada provinciale 52 e la 10.
La produzione di energia elettrica della centralina è scesa in questi giorni dai 70/80 kW ai 20 kW proprio per la presenza di questi rifiuti. Come spiega l’amministratore Dino Roiatti: “tutte le alterazioni non sono provocate da noi ma subite. Se noi lasciassimo in acqua tutto questo materiale, senza quindi avere nessun obbligo di smaltimento non avremmo problemi. La nostra coscienza ambientale ci impone di porre rimedio altrimenti anche questa plastica ce la ritroviamo nella laguna di Marano e nel mare Adriatico."
Infatti il viaggio dei rifiuti (che partono dal Canale di San Vito Di Fagagna derivante dal canale Ledra) passa i comuni di: San Vito di Fagagna appunto, Mereto di Tomba, Basiliano, Codroipo, Bertiolo, scende nel fiume Stella per poi disperdersi, frantumato, nella laguna di Marano.
In pratica la società dovrebbe provvedere ai rifiuti che si ammassano sulle griglie di accesso al proprio impianto, differenziandoli a spese proprie. Dino Roiatti afferma che dopo averlo fatto innumerevoli volte, ora dice “basta”.
La situazione, divenuta insostenibile, denunciata più volte alle autorità competenti, oltre a rallentare la produzione di energia prodotta da un impianto costato 500 mila euro e che viene poi ceduta alla rete pubblica, provoca quindi mansioni che, secondo l società “non ci competono.”
Quest’ultima chiede quindi che vengano presi dei provvedimenti nei confronti degli atti incivili posizionando delle telecamere sui due piccoli ponti, dai quali si pensa vengano gettati i rifiuti, per risalire alle persone che buttano in acqua di tutto .
“Noi idroelettrici - sostiene Roiatti - contribuiamo alla pulizia dell’ambiente, sarebbe utile trovare una formula incentivante nel recupero. È bene ricordare che la produzione di energia elettrica rientra nell’ambito della pubblica utilità. L’interruzione di questo servizio si configura come danno ambientale, quindi di rilevanza penale. Non è cosa da poco.”
Lo spettacolo è davvero avvilente, tra cumuli di rifiuti di ogni specie emerge in tutta la sua maestosa bellezza la ruota del “Mulin di Marchèt”. Anche lei un po’ abbandonata spunta in mezzo ad una vegetazione incontaminata. Luogo di impareggiabile bellezza la cui costruzione, voluta da don Vincenzo Costantini, parroco di Mereto di Tomba, su un terreno di proprietà di Giacomo Romano, risale alla fine del XIX secolo come la canalizzazione.
Ultimo aggiornamento: 16/04/2024 13:08