Rivignano Teor, Regione

Friuli e Trieste insieme verso le province speciali

di Nicole Del Sal

©MMMi.it
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Sabato, il 6 maggio 2017, data simbolica per la “ricostruzione” della regione (41 anni fa infatti tremava la nostra terra per il terribile “Orcolât”), Friuli e Trieste si sono incontrate a Rivignano. L’obiettivo è chiaro: creare due province speciali che tengano conto di storia, geografia, e soprattutto identità dei popoli. "Il tutto – come ha spiegato il sindaco di Rivignano Teor Mario Anzil, che presiedeva l’incontro – possibile già con l’attuale legge regionale, senza alcuna necessità di modifica della Costituzione". 
A settant’anni dall’istituzione della regione autonoma (modello Tessitori), vige la volontà di creare un Friuli policentrico, “leggero” come dice Anzil, più vicino ai cittadini, in cui a una diminuzione dei costi corrisponda una maggior efficacia dei servizi. Inoltre, si vuole riconoscere un ruolo fondamentale ai comuni, il più autentico mezzo di esercizio della sovranità popolare. Il tutto mira a un rinascimento anche economico del territorio: requisiti basilari a tal fine secondo Anzil sono “l’entusiasmo, la libertà da vincoli burocratici, che soffocano enti locali e imprenditori, e disponibilità di risorse economiche e materie prime”. 
Quest’appuntamento ha voluto quindi favorire l’approfondimento e la discussione insieme agli ospiti che hanno animato la mattinata: l’onorevole Massimiliano Fedriga, il capogruppo regionale di Forza Italia Riccardo Riccardi, il consigliere provinciale di Fratelli d’Italia Marzio Giau, il capogruppo provinciale di “Patrie Furlane” Federico Simeoni, il sindaco di Cavasso Nuovo Emanuele Zanon, gli ex candidati sindaci Walter Butignol (Pravisdomini) e Graziano Ganzit (Codroipo), senza dimenticare il portavoce di Friuli Rurale Aldevis Tibaldi, Valeria Grillo per il Movimento Autonomista Friulano e il rappresentante del Front Furlan Claudio Boaro. 
Per ultimi, ma a gran voce, sono intervenuti Cristina Pozzo (NOI) e Giorgio Marchesich (Territorio Libero di Trieste), che hanno esposto il progetto di creare la Confederazione del Friuli e di Trieste: quest’ultima come “capitale della sua provincia” e “Udine, capitale storica del Friuli” come “capitale di rappresentanza” come ha chiarito Pozzo. Marchesich ha posto l’accento su come Trieste si senta “cittadina del Mitteleuropa” pur se “non di questa Europa dei banchieri e della delocalizzazione monetaria”, ribadendo che, in conclusione, “c’è solo una parola che ci unisce tutti quanti, da qualsiasi prospettiva la si guardi: noi siamo dei Patrioti”. 
Insomma, un incontro in cui si respirava il rispetto delle tradizioni, dei confini storici e della diversità culturali, con protagoniste due realtà che, pur non correndo all’unisono, hanno entrambe un medesimo fine da perseguire con ardore: l’autodeterminazione, l’identità e il potere ridonato ai cittadini.  

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Ultimo aggiornamento: 28/03/2024 01:48