Regione

La scelta del candidato governatore

di Graziano Vatri

A integrazione e completamento delle considerazioni che mi sono sforzato di esprimere nel precedente articolo dal titolo “Appuntamenti elettorali prossimi, opportunità per ricostruire fiducia nella politica o ennesima occasione sprecata?”, vorrei svolgere un’ulteriore riflessione sulle difficoltà che, alla data odierna coincidente con metà febbraio 2018, in particolare lo schieramento del centrodestra regionale sta incontrando nella scelta del candidato a governatore della Regione Friuli Venezia Giulia.
Tralascio ogni considerazione nel merito delle singole personalità che, all’interno di questo schieramento, vengono proposte spesso attraverso gli organi di stampa o sui social network, limitandomi ad una semplice proposta di metodo. Perché non svolgere, attraverso le primarie oppure in congressi dei partiti, volendo in assemblee dei movimenti civici ma di area, una rapida consultazione sui nominativi che, eventualmente ritengono di avanzare la propria candidatura al seggio più importante di Piazza Oberdan a Trieste? I tempi sono strettissimi, è vero, ma perché non provare a coinvolgere la base di iscritti e di simpatizzanti di questa specifica area politica? Perché non ridare un minimo di motivazione ad una parte così rilevante di opinione pubblica che assiste, spesso confusa e disorientata, al balletto di nomi con relative polemiche, ai vari pronunciamenti dal sapore ultimativo, ma senza alcuna volontà di arrivare ad una sintesi unitaria?
Se c’è una sincera e vera volontà, tutto si può fare. Ogni problema, anche quelli apparentemente più insormontabili, possono essere risolti e trovare una risposta convincente. Non serve aspettare ulteriormente il responso delle elezioni politiche nazionali che certamente hanno un loro peso determinante, ma che rischiano di arrivare fuori tempo massimo. Mi sembra chiaro che la personalità che riceve da questa rapida consultazione, la maggioranza dei consensi, dovrebbe essere accettata ed appoggiata anche da chi ne risulti perdente. Troppo semplice? Sì, me ne rendo realisticamente conto perché ormai in tutti livelli della politica, prevalgono altre logiche e certe impostazioni di carattere personale che non lasciano nessun spazio al ragionamento, all’equilibrio, al buon senso. A questo punto viene da chiedersi: forse i moderati preferiscono delegare ad una ristretta oligarchia più che le decisioni, le imposizioni dell’ultimo minuto? E ciò nonostante, gli stessi cittadini continuano poi a lamentarsi, magari astenendosi dal voto? Queste domande, niente affatto banali e scontate, un certo elettorato se le dovrebbe porre prima che non sia troppo tardi. Ovviamente, tutte queste problematiche per il bene stesso della democrazia, in cui appaiono essenziali sia i ruoli delle maggioranze il cui obiettivo è quello di essere riconfermate, che quello delle opposizioni candidate a governare, spero trovino nel frattempo un’adeguata e convincente soluzione.
E, come da una celebre citazione della lode “5 maggio” di Alessandro Manzoni, “Ai posteri l’ardua sentenza!”
Ultimo aggiornamento: 19/04/2024 07:14