Regione, Arte e spettacoli

Un altro film che vede Trieste come protagonista

di Angelo Cannella

Wilma Labate
Trieste torna protagonista al cinema, ma non per le sue passeggiate sul lungomare di Barcola o per l’assolata Piazza dell’Unità, quanto per le sue periferie grigie e chiaroscurali che diverranno lo scenario di un film della regista Wilma Labate, intitolato “La ragazza ha volato“.
La regista, che ha collaborato fin dai suoi primi esordi dietro la cinepresa con la Rai, ha girato diversi documentari. Negli anni Ottanta ha realizzato numerosi documentari industriali per poi girare nel 1990 il suo primo mediometraggio, “Ciro il Piccolo”, ambientato in una Napoli notturna e non stereotipata.
Nel suo lavoro ha affrontato spesso temi scomodi e di forte impatto sociale. Nel 1992 ha realizzato il suo primo lungometraggio, “Ambrogio”, che narra la storia di una ragazza che vuole diventare capitano di lungo corso ma che, vivendo negli anni sessanta, trova numerosi ostacoli. Nel 1996, con “La mia generazione”, interpretato da Francesca Neri, Silvio Orlando e Claudio Amendola, parla del viaggio di un detenuto politico e di un capitano dei carabinieri da Sud a Nord a bordo di un cellulare blindato: la pellicola fu scelta per rappresentare l'Italia al premio Oscar nella categoria "miglior film straniero".
Nel 1997, per la serie "Alfabeto italiano", ha girato “Lavorare stanca”, presentato al festival di Locarno. Nel 2000 ha realizzato “Domenica”, ancora con Amendola e ancora in una Napoli segreta e malinconica: nell'arco di una giornata nasce un profondo rapporto tra un malandato poliziotto e una piccola orfana. Del 2001 è invece il radiodramma “Dulhan la sposa”, che le valse la vittoria nel Prix Italia.
Insieme ad altri registi ha preso parte al film corale “Lettere dalla Palestina”, presentato al Festival di Berlino nel 2003; dello stesso anno è “Maledetta mia”, selezionato al Festival di Venezia.
Nel gennaio del 2008 esce al cinema “Signorina Effe”, con Valeria Solarino e Filippo Timi; la storia di un'impiegata della FIAT nell'anno della "Marcia dei 40.000".
Nel 2018 è la volta di “Arrivederci Saigon”, presentato al Festival di Venezia, incredibile avventura in Vietnam di una band al femminile, Le Stars, durante la guerra nel 1968.
Con questo suo nuovo lavoro che vede come protagonista la città di Trieste, narra la storia di un’adolescente in una famiglia italiana alle prese con forti difficoltà economiche. Le riprese sono iniziate a Trieste il 15 marzo e dureranno un paio di mesi. Il film è una co-produzione italo-croata, con una considerevole presenza di specialisti e addetti triestini.
È lecito ipotizzare, considerando il tema, un film “operaio” destinato a critici cinematografici e ad un pubblico “impegnato”.
In una recente intervista, la regista ha lasciato trapelare i luoghi protagonisti delle riprese, ovvero via Locchi, il Porto Nuovo e il Rione di San Giacomo, affermando inoltre che con questa opera non verrà messa in risalto il salotto buono della città, ma verranno prese in analisi delle tematiche a lei care, come quelle del lavoro operaio, il mondo del lavoro visto dal punto di vista degli operai; infatti tra tutti i quartieri, San Giacomo è il più popoloso e ricco di botteghe "come erano una volta", un autentico cuore pulsante.
La regista, in una recente intervista, definisce così il fascino di Trieste: “Una città di confine ricca di linguaggi, religioni, culture e situazioni differenti. Ha un'identità molto forte continuamente messa in crisi da queste diversità, dal confine, dalle forti infiltrazioni balcaniche [...] Vorrei andare nelle pieghe di questa città, cercare di scoprire i suoi aspetti meno raccontati, anche più sotto tono”.
Ultimo aggiornamento: 19/04/2024 07:14