Codroipo, Regione, Agricoltura

Corso per giornalisti da Pittaro

di Silvia Iacuzzi

Il museo privato dell'Azienda Vigneti Pietro Pittaro ha ospitato un incontro e momento di formazione per vignaioli e giornalisti. Amos D'Antoni, vice presidente dell'Ordine dei giornalisti friulani, e Carlo Morandini, Presidente dell'Associazione Stampa Agricola, hanno introdotto il tema puntando sull'importanza della comunicazione sull'enologia visto che sui giornali oramai "mancano le pagine agricoltura e si predilige la cucina" ha lamentato Morandini, "mentre la stampa specializzata non arriva a tutti, quindi dobbiamo puntare a specializzare voi giornalisti".
L'enologo e agronomo, nonchè giornalista, Claudio Fabbro ha presentato i risultati della vendemmia 2017, un'annata difficile per certi versi, ma che si è conclusa con una buona vendemmia anticipata. Infatti la grandinata del 6 agosto e il nubifragio del 10 agosto hanno colpito a macchia di leopardo la nostra Regione portando in media a un calo del 20% della produzione vitivinicola, con punte del 40% in certe zone, ma la produzione è risultata di qualità eccellente. Fabbro ha spiegato che si è visto anche un cambiamento nelle tipologie di vini prodotti, rincorrendo un po' quella che è la domanda internazionale e quindi puntando sul molto apprezzato Pinot Grigio e sulla Glera, così come sulla Ribolla spumantizzata, per rincorrere la fortuna del Prosecco.
L'enologo Stefano Trinco ha spiegato il cambiamento normativo che ha portato all'istituzione della Doc Friuli per tutte le produzioni regionali e della Doc delle Venezie per il Pinot Grigio come strumenti per promuovere i nostri vini oltre i confini regionali e soprattutto nazionali. Il Friuli Venezia Giulia resta comunque un piccolo produttore con il 4% della produzione nazionale di vino di cui metà è DOC/DOGC e metà IGT. Il 65% proveniente dalla pianura e il 35% dalla collina. Il 20% sono vini autoctoni (Friulano, Ribolla, Pignolo, Schioppiettino, ecc.) e l'80% vitigni internazionali quali Pinot, Chardonnay, Sauvignon, ecc. Secondo Trinco bisogna puntare sugli autoctoni solo se di qualità e non bisogna correre dietro alle mode. Ad esempio il Cabernet Sauvignon secondo lui "è stato un flop enorme, perchè non è un nostro vino e ci aveva portato ad espiantare tanto Refosco. Adesso temo che se si comincia a piantare Glera anche in collina per fare Prosecco, si rischia di perdere la specificità del vigneto Friuli." Piuttosto che rincorrere il mercato, Trinco suggerisce una buona programmazione: lo Champagne ha sempre un 5% di domanda inevasa che lo fa desiderare e ne tiene il prezzo alto. Al contrario piantare due mila ettari a Ribolla Gialla, come annunciato dalla stampa, potrebbe poi rendere difficile collocarla tutta sul mercato a un buon prezzo.
Valeria Cannata del CEVIQ srl, ditta di Pradamano che dal 2009 fa certificazione di vini e prodotti italiani di qualità, ha infine spiegato la differenza, l'evoluzione e la collocazione delle produzioni regionali in IGT, DOC e DOCG, nonchè delle produzioni biologiche.
A termine dell'incontro il padrone di casa Pietro Pittaro ha illustrato il suo museo con reperti legati al mondo del vino e provenienti da tutto il mondo. Non è mancato un buon bicchiere di vino con salumi e formaggi.

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Ultimo aggiornamento: 29/03/2024 11:25