Agricoltura

Non c’è quattro senza cinque: un nuovo virus?

di Graziano Ganzit

La notizia lanciata dai tg e ripresa dall’autorevole giornale inglese Guardian non è di poco conto: la Cina ha scoperto un nuovo virus nei suoi maiali con “potenziale pandemico simile a H1N1 del 2009”. Dunque, è simile ma non è lo stesso! Sembra incredibile, ma siamo costretti a restare sempre su questo argomento che parte sempre da una attività dell’uomo, che è l’allevamento zootecnico, ormai sfuggita ad ogni logica di controllo. Eppure, le direttive sul cosidetto “Benessere animale” erano chiare, ma non sono state applicate. Questo da noi in UE, figuratevi in Cina! E allora si continua ad allevare animali in condizioni così esasperate che la Natura interviene assestandoci colpi sempre più devastanti.
A titolo di cronaca nel 2018 il servizio veterinario della nostra zona monitorava una malattia chiamata “Febbre del Nilo” riscontrata in alcuni cittadini rientrati da ferie in nord Africa. Per sapere se era in circolazione, si eseguivano prelievi di sangue negli equidi (cavalli, asini, muli) in quanto primi soggetti ospitanti il virus. Pertanto, il veterinario dell’azienda sanitaria veniva anche da me e testava il sangue di Lello, Paolina e Nicolino. Da me veniva volentieri anche perché gli asini erano particolarmente calmi, pazienti e collaborativi. Io li tenevo per la capezza, li accarezzavo e … zac, il prelievo era fatto. Poi la settimana dopo passava e mi dichiarava l’esito che era sempre negativo. Verso la fine della stagione ebbe un momento di confidenza e mi disse che avevano trovato due virus sconosciuti in cavalli tenuti benissimo, sani e in due posti diversi. Ci scambiammo alcune opinioni, ma la conclusione fu la stessa. Virus conosciuto o sconosciuto, una cosa è certa: tieni bene l’animale, curalo, foraggialo con fieno sano, fallo muovere e non preoccuparti perché alla fin fine con batteri e virus, che sono loro deiezioni, ci dobbiamo convivere visto che lo stiamo facendo dall’alba della vita. E loro erano qui ancora prima di noi.
Allora il punto dolens dove sta? Perché queste pandemie scoppiano e sono letali nel mentre potrebbero essere al massimo un raffreddore con un po’ di febbriciattola? Non è che stiamo esagerando nel produrre carni a tutti i costi e per stare sotto i costi ignoriamo le regole di Natura con queste creature nel mentre noi ci ingolliamo di carni insalubri prodotte con immani sofferenze in allevamenti che trascurano volutamente le normative UE che renderebbero meno sofferenti quei pochi di mesi di vita di quell’animale?
Resta il fatto che se dobbiamo vivere sotto scacco per la rapacità di un sistema economico banditesco non ci resta che fare un ragionamento semplicissimo. Aumentare le nostre difese immunitarie che sono il solo e unico baluardo a difesa della nostra salute. Come fare? Premetto che non sono un medico ma non serve essere medici per attivare il comprendonio personale.
Primo: cominciare ad escludere la carne da allevamento industriale dalla dieta come fattore salutistico. Privilegiare l’acquisto da aziende che curano l’animale allevato con le direttive UE, che vive su spazi ampi e viene lasciato il tempo idoneo alla crescita per la macellazione.
Secondo: aumentare il consumo di prodotti vegetali freschi, coltivati in maniera sostenibile e soprattutto vegetali con alti contenuti di vitamina C quali agrumi e frutta fresca.
Terzo: aria pulita, sole e lavoro manuale per sintetizzare la vitamina D.
Di mio poi ci metto anche alcune gocce di propoli, l’antibatterico delle api, due tre volte al dì nel cavo orale a difesa delle prime vie di contatto.
Bene. Per caso avete sentito qualcosa a proposito da parte dei professoroni che per mesi hanno occupato la televisione spiegandoci “urbi et orbi” della speranza del vaccino e dei suoi miracolosi effetti? Una domanda. A cosa servirà vaccinarsi se il Covid-19 è già un ricordo nel mentre arriva fresco e pimpante un cugino carogna del H1N1 di cui non abbiamo vaccino? Torneremo a chiuderci in casa, ben blindati ma con opportuna scorta di stecche di sigarette per passare il tempo a vedere televisione e fumare? O non è meglio scendere e mettersi a coltivare l’orticello godendo di aria buona, sole e sudore? Ormai siamo ad un bivio, dobbiamo scegliere ma credo che ormai sia ineludibile, e la politica si faccia viva, che va cambiato radicalmente metodo agricolo adeguandosi alle direttive UE sul “Benessere animale”, sulla sostenibilità ambientale, di cui il movimento biologico ne è stato il precursore, e solo così si potrà iniziare un cammino virtuoso in cui i virus non siano nemici da combattere ma compagni.
Ultimo aggiornamento: 19/04/2024 06:04