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Tra digitale e cyber risk, rischi e opportunità del web

di Redazione web

Il 2020, con l’emergenza sanitaria, ha inciso notevolmente sulla vita digitale delle ragazze e dei ragazzi italiani. Ieri 9 febbraio era il Safer Internet Day, una giornata internazionale di sensibilizzazione per i rischi che comporta utilizzare internet istituita nel 2004 dall'Unione europea. Ricorre il secondo giorno della seconda settimana del mese di febbraio di ogni anno.
Per celebrarla si sono tenute diverse iniziative online che hanno proposto numerose tematiche soprattutto per quanto riguarda i giovani e l'utilizzo del world-wide-web. Ad esempio, secondo quanto emerge dalla ricerca realizzata per “Generazioni Connesse” da Skuola.net, Università degli Studi di Firenze e Università degli Studi di Roma “Sapienza”, in occasione del Safer Internet Day 2021, 6 adolescenti su 10 dichiarano di passare più di 5 ore al giorno connessi. Solo 12 mesi fa erano 3 su 10. Un ragazzo su 5 si dichiara “Sempre connesso”. L’85% degli intervistati dichiara di avere dato a un proprio coetaneo dei consigli sull’uso corretto del web: cresce, quindi, la consapevolezza e la solidarietà tra i ragazzi e le ragazze in Rete. In questi mesi, poi, attraverso la Rete e la condivisione dei contenuti, è cresciuto l’impegno sociale di studentesse e studenti nei confronti di temi rilevanti come il Climate Change e il Global Warming o, ancora, il movimento Black Lives Matters: il 53% dei partecipanti dichiara di aver usato i social per impegnarsi a sostenere queste cause. Viceversa, non si esclude che il maggior tempo speso online abbia portato le ragazze e i ragazzi ad una maggiore esposizione ai rischi della Rete, e fra questi, al cyberbullismo: il 59% pensa che le prepotenze online siano aumentate. Se tra i giovani adolescenti, dunque, cominciano a fare effetto le campagne sull’uso consapevole della Rete, non bisogna, tuttavia, abbassare la guardia. L’educazione digitale è l’unico efficace strumento a disposizione di studenti, insegnanti e genitori per prevenire e/o affrontare le situazioni più complesse.
Sono stati anche pubblicati i risultati dello studio realizzato dall’Istituto Piepoli e l'associazione Moige (Movimento Italiano Genitori) sui pericoli del web nella cittadinanza digitale dei ragazzi su un campione di 1.144 minori.
Dall’analisi emerge che il mondo dei ragazzi italiani nel corso dell’ultimo anno si è concentrato nei 6 pollici del loro smartphone, che ha sostituito per quote rilevanti di ragazzi le chiacchierate con gli amici, le conversazioni in famiglia, e persino la televisione, che a volte, quasi come un camino digitale, riuniva la famiglia e generava occasioni di confronto e racconto. Infatti, 1 ragazzo su 2 tiene i genitori e gli adulti fuori dal mondo social e (1 su 4) cancella la cronologia.
Aumentano le fake news presso i nostri figli: quasi 4 ragazzi italiani su 5 si informano sugli avvenimenti che accadono nel mondo attraverso il web, soprattutto sui Social Network. E lo fanno pur dichiarando apertamente di essere “caduti nella trappola” delle fake news nel 56% dei casi. Perché lo fanno? Perché il loro mondo si è concentrato, sempre di più, nello smartphone, che 2 ragazzi su 3 dichiarano di utilizzare molto più di prima, e di farlo da soli, senza la presenza dei genitori o di fratelli e sorelle.
Una tendenza all’isolamento molto più forte tra i ragazzi che frequentano le scuole superiori. Inoltre, scoprire cosa fanno online è difficile, solo 1 genitore su 3 dà limiti di tempo di connessione, e meno della metà dei genitori sa cosa fa online il proprio figlio. E purtroppo i social non permettono ai genitori di avere alcun controllo sulle attività dei loro figli minorenni.
I giovani italiani, dunque, frequentano molto i social network, ma non solo per informarsi. Lo fanno anche per condividere foto e raccontare parti delle loro vite. Per farlo utilizzano soprattutto Instagram e Tik Tok, in cui è iscritto il 62% dei giovani italiani, anche di età compresa tra 11 e 14 anni. Attenzione, perché il 6% dei giovani dichiara di aver scambiato foto personali con gli altri tramite i social, e il 30% dichiara di aver dato il proprio numero di telefono a sconosciuti.
Il bullismo è presente nelle scuole e fuori dalle scuole, tanto che quasi 6 bambini su 10 hanno assistito ad episodi di prepotenza, e quasi uno su due ha assistito ad episodi di cyberbullismo. Preoccupa che oltre la metà dei ragazzi che assiste a casi di bullismo non sanno come comportarsi o fanno finta di niente (56%)
Tra i ragazzi che hanno subito atti di bullismo, dominano scherzi telefonici, messaggi di minacce, insulti ma non mancano foto o video. I ragazzi, davanti a questi atti, si sentono arrabbiati (37%), soli (25%), isolati (23%). Uno stato d’animo che condividono uno su due 48% con genitori. ed uno su 4 con amici, ma solo il 14% con i docenti.
Il Moige ha lanciato la V edizione della campagna di formazione "Giovani Ambasciatori per la cittadinanza digitale”, che fornisce un’attenta analisi dei rischi connessi alla rete che possono minacciare i giovani e i giovanissimi, ponendosi come una guida per un corretto utilizzo del web da parte di tutti gli utenti, a prescindere dall’età. L’obiettivo principale è quello di rendere maggiormente consapevoli i giovani e le famiglie, responsabilizzare e coinvolgere i genitori, che devono necessariamente avere un ruolo attivo di supervisione e controllo, ed informare tutti i cittadini.
L'Associazione MEC con il supporto della Fondazione Friuli e della Regione Friuli Venezia Giulia ha lanciato il percorso didattico "Patentino per lo smartphone" per la promozione delle competenze di cittadinanza digitale, ovvero l’utilizzo consapevole, etico ed efficace delle nuove tecnologie, sempre più un obiettivo imprescindibile per il futuro dei nostri studenti. Il percorso si inserisce nell'ambito del progetto “cittadinanza digitale a scuola” ha come obiettivo primario supportare gli istituti scolastici della Regione FVG in questa sfida.

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Ultimo aggiornamento: 23/04/2024 10:19