Codroipo, Scuola

Il mondo in classe: bisogno di casa, bisogno di cosa? 

di Fare Comunità

È stata una bella opportunità di dialogo e speranza la serata organizzata l’altra sera da Fare Comunità nella Sala Abaco di Codroipo sul tema “Il mondo in classe: bisogno di casa, bisogno di cosa? Territorio come laboratorio”.
Inserendosi nel solco già tracciato in precedenza attorno al concetto di cura, l’incontro, condotto dalla professoressa Sonia Zanello, si è incentrato sulla complessità del microcosmo rappresentato dalla classe come gruppo di diversità da orchestrare con flessibilità e competenza.
Di accoglienza di bimbe e bimbe insieme alle loro famiglie ha parlato la direttrice della Scuola dell’Infanzia Parrocchiale “Stella del mattino” Giuliana Ragogna, che ha rappresentato l’estrema necessità di parlare di scuola sul territorio e ha disegnato con tratti precisi il quadro delle esigenze pedagogiche presenti nella fase più delicata della crescita educativa della persona. Ragogna ha analizzato il contesto sociale del codroipese, ha ritratto bimbi e bimbe spesso adultizzati, poco rispettati nei loro bisogni di tempo, di ascolto e di esperienze concrete e gioiose di crescita naturale. I ritmi, le aspettative e il disorientamento di mamme e papà vanno accolti a loro volta, disinnescati e ricondotti alla centralità del bambino e della bambina: e lo si fa con la cura dei rapporti familiari, con la catalizzazione delle abilità e delle disponibilità ad offrire qualunque tipo di aiuto alla scuola stessa da parte delle stesse famiglie.
L’intervento della responsabile Area Ricerche e Indagini Internazionali dell’Invalsi Laura Palmerio ha funzionato da efficace raccordo tra dimensione locale e orizzonte globale. “La valutazione nel mondo scolastico” ha detto la Palmerio “va letta come valorizzazione delle differenze, non come standardizzazione delle prove né tantomeno come standardizzazione delle persone”. La crescita educativa appartiene agli adulti che ogni giorno affiancano i giovani, accanto alla quale le indagini – le prove Invalsi in Italia, e tutte le altre prove a livello internazionale – tentano di armonizzare le unità di misura e stabilire dei parametri di confronto. “Il prodotto” ha concluso Palmerio “è un insieme di dati da leggere in termini economici e di sviluppo di un territorio: la differenza di opportunità tra figli e figlie di famiglie svantaggiate, la perdita di talenti conseguente, il diverso modo di sognarsi realizzati tra ragazzi e ragazze soprattutto italiani, tutte queste sono occasioni di dibattito e di riflessione anche politica.”
È stata poi la volta della testimonianza di accoglienza ricevuta da parte di due giovani di Codroipo, Mariasole De Pol e Filippo Valoppi. Entrambi reduci da un’esperienza di studio all’estero pre-pandemia, hanno entrambi raccontato una storia di gioia, di integrazione e interazione tra pari e adulti che la scuola - per una serba, per l’altro polacca - hanno offerto con generosità. Efficace per Filippo e Mariasole il metodo paziente e creativo vissuto, il tempo dato loro per ascoltare e valorizzare le proprie capacità come punto di partenza per imparare il nuovo.
La professoressa Angela Dessy ha chiuso la serata con la dimostrazione della capacità inclusiva – di tutte le abilità e di tutte le discipline – della metodologia etwinning, il gemellaggio virtuale da anni da lei attuato alla Scuola Secondaria di Primo Grado G. Bianchi dell’Istituto Comprensivo di Codroipo. La dimensione di squadra che la progettazione esige e il calore che nasce da esperienze di gioco e divertimento risultano gli ingredienti importanti di un modo di imparare molto apprezzato dai ragazzi e dalle ragazze e dalle famiglie, grate alla scuola di un’opportunità così fondamentale, per esempio, durante i tempi di emergenza sanitaria.
L'incontro è stato dedicato a Mario Grosso, uomo di scuola e comunità recentemente scomparso.

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Ultimo aggiornamento: 25/04/2024 17:10