Codroipo, Arte e spettacoli

The André: De Andrè canta la trap e non solo

di Ilaria Mattiussi

©VignaPR srl
È possibile unire Fabrizio De Andrè e la musica trap? Apparentemente no, ma come per tutte le sfide a prima vista impossibili, qualcuno ci ha provato e ha avuto successo. The André, in concerto domenica 23 giugno al Parco di Villa Manin a Codroipo, ci ha raccontato come.
Piccola nota di colore: la sua identità rimane avvolta nel mistero. Poco male, non c’è bisogno di chiudere gli occhi perché la magia abbia inizio. 

Come ti racconteresti?
Sono un ragazzo di circa 30 anni che un giorno ha deciso di cantare, alla maniera di Faber, i successi della trap. Tutto ciò ha causato la perdita di parte della mia vita sociale, ma sono felice di far conoscere il mio progetto di musica e parole.
La tua voce è simile a quella di De Andrè in modo straordinario: si tratta di dote naturale o di studio?
Entrambi: ho imparato a suonare e cantare sulle sue registrazioni. D’altro canto ho una tessitura vocale abbastanza simile e ho interiorizzato qualcosa del suo stile musicale.
La tua avventura è iniziata su YouTube e spesso sei definito “fenomeno del web”. È un’etichetta che ti rappresenta?
In parte: è il contesto in cui sono nato, ma ne sono uscito da un po’ e direi che ormai posso ritenermi una persona quasi reale!
In un’intervista di qualche tempo fa hai detto di non essere convinto di esibirti in pubblico. Cos’è cambiato?
Ho provato a fare qualche data sperimentale, ovviamente ero terrorizzato, ma ho ricevuto molta attenzione e risposte positive da parte del pubblico. Le persone si divertono, io pure e ormai sono in tour da un anno.
De Andrè e la trap sono un mix insolito. Li ascoltavi già prima che quest’avventura avesse inizio?
Sono un grande fan di De Andrè fin da quando ero piccolo e lo ascolto molto. Per quanto riguarda la trap, invece, l’ho conosciuta poco prima di cominciare questo esperimento. All’epoca era emersa la tesi per cui si diceva potesse essere il nuovo cantautorato. È stato proprio l’incontro con la trap che ha fatto scattare la scintilla da cui è nata questa idea. Mi sono chiesto cosa sarebbe potuto accadere se li avessi uniti e questo è il risultato.
Il tuo esperimento ha diviso il pubblico.
Sì, soprattutto all’inizio, perché lo zoccolo duro dei fan di Faber gridava, ovviamente, alla blasfemia e io stesso nutrivo qualche dubbio in proposito. Con il tempo si sono accorti di come l’intento fosse principalmente ironico e inoltre ho ricevuto anche l’avallo di Dori Ghezzi.
A proposito, sei stato invitato da Dori Ghezzi e dalla Fondazione De Andrè alla presentazione di “Anche le parole sono nomadi”, il libro pubblicato per il ventennale dalla scomparsa di Faber.
La scorsa estate, prima di incontrare Dori Ghezzi, ero preoccupato su ciò che potesse pensare. In realtà, però, lei ha compreso subito come il progetto non volesse in alcun modo essere offensivo e lo ha apprezzato. Lo scorso autunno sono stato invitato a suonare alla presentazione del libro, nella tana del lupo, fra i fan di Faber.
Hai ricevuto dei riscontri dal mondo trap?
Ormai un anno fa, ho incrociato Gué Pequeno al Wired Next Fest. Mi ha stretto la mano con molto vigore: c’era il pubblico, quindi forse non ha voluto picchiarmi! Prima che uscisse il mio nuovo album, Ghali mi ha dato il beneplacito per inserire “Habibi” come unica cover del progetto.
A gennaio è uscito “Themagogia - Tradurre, tradire, trappare”.
Sì, è un album che contiene “Habibi” (cover di Ghali) e alcune tracce sulle quali ho lavorato, mantenendo le idee o i temi principali, ma sviluppandoli secondo la mia maniera e il mio linguaggio. Il risultato è quello di inediti che richiamano i brani originali trap e trash, con alcuni cambiamenti.
Come scegli i brani sui quali lavorare?
All’inizio erano semplicemente quelli che conoscevo, ora cerco di individuare le canzoni nelle quali ci sia un’idea più ampia, uno spunto diverso.
Cosa desideri per il tuo futuro?
Un anno fa ero nella mia stanzetta e ora sono in tour: gli eventi si sono succeduti rapidamente, quindi ho navigato a vista. Spero di riuscire a dare un valore artistico a ciò che faccio, rendendolo un progetto musicale a sé stante.

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Ultimo aggiornamento: 25/04/2024 17:10