Codroipo, Libri

Codroipo celebra i cento anni di Elio Bartolini

di Silvia Polo

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La città di Codroipo sta per concludere il ciclo di iniziative per ricordare una delle sue figure culturali più prestigiose: Elio Bartolini, che proprio qui trascorse l’infanzia e visse molteplici periodi della sua vita. Grazie al Caffè letterario, al Comune di Codroipo e al Circolo Lumiere (realtà preziosa, andrebbe accreditata molto di più), nella suggestiva cornice del teatro Benois De Cecco appena restaurato, si è realizzato l’evento clou ideato da Giacomo Trevisan per celebrare Bartolini proprio nel giorno del suo centesimo compleanno, appunto il 22 aprile. L’autore - coetaneo di Pasolini - è stato ricordato a più voci, tra cui quella esclusiva della figlia Olga visibilmente ammirata e riconoscente per l’iniziativa e piacevolmente colpita per la cura e l’affetto dimostrati nei confronti del padre.
Ottimi i relatori Umberto Alberini, Paolo Patui e Mauro Daltin, tutti e tre hanno conosciuto Elio di persona e hanno da sempre valorizzato la sua copiosa attività letteraria e artistica, oltre che condiviso momenti di amicizia, impegno e talvolta anche di scrittura collaborativa. Gli interventi, moderati da Silvia Polo, da subito dinamici e appassionati, simili a un fraseggio tra compagni di squadra, hanno generato un’atmosfera gioviale, affettuosa e insieme pregnante, che il pubblico ha molto gradito.
Partendo dal formidabile rapporto tra Bartolini e il Friuli, una terra quasi onnipresente nei suoi libri, autentica e primordiale, su cui si snodano le vicende della grande e della piccola Storia; percorrendo poi le relazioni con gli scrittori del territorio (Amedeo Giacomini in primis ma anche Sergio Maldini e Franco Marchetta) si è ricreato un percorso letterario vivo come i paesaggi floridi o selvaggi tratteggiati dalla sua penna. E ancora i suoi romanzi più amati: il Ghebo, Icaro e Petronio, La bellezza di Ippolita, Chi abita la villa, e ancora Pontificale in San Marco fino a L’Infanzia furlana in cui spicca anche la stessa Codroipo, evocata qui ma anche in molti dei suoi racconti. Con il supporto audiovisivo e le parole toccanti di Paolo Patui si è ricordato “Bigatis - storie di donne friulane in filanda”, un affresco popolare tutto recitato e cantato in friulano scritto a due mani con Elio. L’opera teatrale mette in scena le vicende di queste ragazze che lavoravano (e vivevano) nella fabbrica, una storia che ricorda quella della madre Olga, filandina del primo novecento. Un frammento di storia sociale del Friuli avulso da qualsiasi retorica, Bartolini si è sempre accostato alla realtà nella maniera più diretta e veritiera, evitando tutte le trappole del sentimento o dell’ideologia. Già solo per questo vale sempre la rilettura di questo grande autore, che non ha mitizzato la Piccola Patria ma l’ha storicizzata. Nemmeno la grande trasformazione in seno al Riordinamento fondiario, che ha mutato completamente il paesaggio rurale friulano, rendendolo egualmente degradato e anonimo, votato alla monocultura (e quindi al profitto) ha prodotto miti o nostalgica retorica del passato: Bartolini coglie con rammarico ma restituisce con grande ironia e forza visiva nelle sue poesie.
In chiusura un contributo registrato per questo centenario dal critico cinematografico Carlo Montanaro che ha raccontato qualche scorcio della carriera bartoliniana di sceneggiatore per Antonioni e dei soggetti che non sono diventati film.
Bartolini resta narratore di statura nazionale (ma anche internazionale), ha vinto premi prestigiosi e molte parole di stima sono state spese per il suo lavoro artistico: il tempo non può e non deve sbiadire le sue pagine.

EVENTI DI OGGI

Museo Civico Delle Carrozze, San Martino di Codroipo
Il Canto della Terra
Villa Valetudine, Camino al Tagliamento
Marisa Ribis e Emanuela Giaretto
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Ultimo aggiornamento: 28/03/2024 01:48