Arte e spettacoli, Auguri

Il suo nome è anche Bond e spegne 90 candeline oggi

di Angelo Cannella

Compie gli anni una leggenda del cinema mondiale: Thomas Sean Connery. Per lui vestire lo smoking, guidare Astor Martin e fumare di quando in quando nel ruolo di questo personaggio, ha significato solo una cosa: entrare nel Paradiso di quegli attori che diventano una leggenda. Invecchia... e più invecchia, esattamente come il vino, e più è amato.
Nato a Edimburgo il 25 agosto 1930, la sua carriera è ricca di riconoscimenti e premi come un Premio Oscar, tre Golden Globe (compreso l'Henrietta Award e quello alla carriera) e due Premi BAFT.
Figlio di un camionista e di una cameriera, fratello dell'attore Neil Connery, fin da piccolo si sente attratto dal mondo dello spettacolo e prende lezioni di danza classica dall'età di 11 anni.
Il 1962 è senza dubbio un anno che gli porta molta fortuna. Dopo essere entrato nel nutrito cast di star del film bellico “Il giorno più lungo” (pellicola sullo sbarco in Normandia), accanto a Robert Mitchum, Rod Steiger, Henry Fonda, John Wayne e Richard Burton, si sposa con l'attrice Diane Cilento, dalla quale avrà il suo unico figlio, l'attore Jason Connery, che lavorerà spesso con il padre. Ma non è l'unica felicità per Connery, che vince il ruolo della spia James Bond, alias l'agente 007.
Viene confermato per altri sei film sulle avventure dell'agente segreto al servizio di sua Maestà Britannica da “Agente 007 - Licenza di uccidere” (1962) a “Mai dire mai” (1983). Disgraziatamente però, Sean Connery ha perso tutti i suoi capelli già dall'età di 21 anni e così è costretto a recitare con un toupet in testa.
Continua la sua carriera di interprete passando per le mani di talentuosi registi come Peter Hyams, Terry Gilliam, Fred Zinnemann, Richard Brooks, fino a un semisconosciuto Russell Mulcahy che gli farà interpretare il ruolo di un immortale, nonché maestro d'armi e di vita di Christopher Lambert nello struggente e fantastico “Highlander - L'ultimo immortale” (1986).
Nonostante l'età, Connery è ancora richiestissimo e lo dimostra il fatto che Jean-Jacques Annaud, al momento di trasporre sul grande schermo il best seller di Umberto Eco “Il nome della rosa” (1986), sceglie lui come protagonista offrendogli il ruolo di Guglielmo da Baskerville, una sorta di Sherlock Holmes con saio medievale, che gli farà ottenere il BAFTA come miglior attore. Ma l'Oscar, il suo primo Oscar (in questo caso come miglior attore non protagonista) gli arriva quando De Palma lo inserisce nella pellicola “Gli intoccabili” (1987), che racconta l'arresto di Al Capone. Il ruolo del poliziotto Jim Malone gli regala anche un Golden Globe nella stessa categoria.
“Il presidio - Scena di un crimine” (1988), “Sono affari di famiglia” (1989) e “Indiana Jones e l'ultima crociata” (1989, dove interpreta il padre del noto avventuriero), sono gli ultimi film degli anni Ottanta.
Gli anni Novanta sono infatti gli anni de “La Casa Russia” (1990), “Caccia a Ottobre Rosso” (1990), “Mato Grosso” (1992) e “Sol Levante” (1993)
L'ultimo film è “La leggenda degli uomini straordinari” (2003). La cataratta scende sui suoi occhi, rendendogli difficilissimo il suo mestiere. Trasferitosi a vivere fra la Spagna e le Bahamas con la moglie, rifiuta il ruolo di Gandalf nella trilogia di Peter Jackson “Il signore degli anelli” (2001-2003). Nel 2002 è ordinato baronetto dalla Regina nonostante le sue dichiarate simpatie indipendentiste per l'amata Scozia. Nel gennaio 2006, si fa rimuovere un tumore dal rene a New York e poi dà l'estremo saluto al cinema, annunciando nel 2006 il suo ritiro ufficiale.
I media hanno poi ipotizzato che fosse affetto dal morbo di Alzheimer, ma Sean Connery è riapparso in pubblico al torneo di tennis di Flushing Meadows nel 2017 e nel ritirare un premio alla carriera ha detto: "I miei piedi stasera sono stanchi, ma il mio cuore e il mio cervello proprio no!"

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Ultimo aggiornamento: 24/04/2024 17:08