Codroipo, Ricordi

Ricordi senza rancori, strumentalizzazioni e odio

di Silvia Iacuzzi

L’Assessore alla cultura del Comune di Codroipo Tiziana Cividini ha presentato l’incontro di ieri sera in Biblioteca comunale dedicato al Giorno del Ricordo, accompagnata dall’Assessore Ganzit, dall’Assessore Frizza e da vari consiglieri. Il Giorno del Ricordo ricorre ogni 10 febbraio ed è stato istituito nel 2004 per ricordare la tragedia delle vittime delle foibe, dell'esodo degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale. L’Assessore Cividini ha sottolineato la drammaticità del rischio di perdere le proprie radici per dover lasciare tutto e ristabilirsi in Italia in una situazione di disagio, dove spesso non si era più collocabili all’interno di un’identità precisa, se non quella dei profughi. L’incontro si è svolto nell’ambito delle numerose attività organizzate dall’Amministrazione comunale per le giornate della Memoria e del Ricordo.
Sergio Satti, decano dell’Associazione nazionale Venezia Giulia Dalmazia, esule scappato da Pola nel 1946, ha introdotto l’argomento della serata ricordando quanto siano state travagliate le vicende di italiani, sloveni e croati negli anni ’40 e nel dopoguerra.
Il relatore dell’incontro, il professor Elio Varutti, vice presidente provinciale dell’Associazione Venezia Giulia Dalmazia, ha quindi illustrato il suo ultimo libro che raccoglie oltre 300 testimonianze raccolte dal 2003 da esuli giuliani, dalmati e friulani a Udine e dintorni. Varutti ha proiettato e commentato numerose foto a partire dalle 29 baracche nel borgo di San Rocco a Udine, costruite per ospitare gli scampati all’esplosione della polveriera nel 1917 e poi utilizzate dal 1944, nonostante le condizioni non buone, per ospitare alcuni italiani che avevano lasciato Pola. Il 18 agosto 1946 ci fu infatti l’attentato sulla spiaggia di Vergarolla a Pola. Durante una manifestazione sportiva di soli italiani esplosero numerose bombe causando la morte di almeno 80 persone, di cui si poterono identificare solo 64 corpi tra cui molte donne e bambini. Dopo l’attentato di Vergarolla cominciò l’esodo di 28mila su 32mila italiani di Pola. Si stima che 250mila persone siano morte nelle foibe, che letteralmente indica una “voragine”, una "caverna verticale" in dialetto carsico.
Satti ha ricordato come a soffrire sia stata la povera gente: la sua famiglia lasciò Pola firmando un accordo con lo Stato italiano per cui lasciava i suoi possedimenti a Pola (10 appartamenti) allo Stato italiano da usare come risarcimento di guerra verso la Jugoslavia. In cambio l’Italia li avrebbe accolti dando loro un alloggio, una possibilità di lavoro e ripagando pian piano il debito. La famiglia di Satti però si è vista rimborsare solo il 15% del valore degli immobili ceduti e ha sofferto diverse angherie. Satti ricorda come in Croazia rischiava la vita perché era ritenuto un fascista perché non parlava croato, mentre in Italia era considerato un privilegiato perché, ad esempio, aveva ottenuto maggior punteggio quale profugo nelle graduatorie di insegnamento ed aveva avuto una cattedra al Malignani a Udine.
Varutti ha quindi puntualizzato come nell’immediato dopoguerra si temesse un’invasione dei Titini, che si pensa volessero occupare il Friuli fino al Tagliamento. Solo recentemente si è appreso di sconfinamenti delle truppe jugoslave nel territorio libero di Trieste nel immediato dopoguerra. Satti ha ricordato come non ci sia ancora una verità storica tra croati, sloveni ed italiani. Anzi le animosità non sono del tutto scomparse, nonostante le nuove generazioni si sentano europee. A complicare le cose poi le guerre degli anni '90 nell’ex-Jugoslavia che hanno portato anche le nuove generazioni di sloveni e croati a guardarsi con diffidenza.
L’Assessore Cividini ha auspicato che le pagine di storia vengano raccontate nel modo più oggettivo e lucido possibile, senza strumentalizzazioni, rancori o odio. Slovenia e Croazia hanno cominciato un reale percorso di ricerca. “È giusto cominciare a guardare avanti, senza fomentare rancori per incamminarci lungo un sentiero di maggiore serenità che ridia dignità e colmi i solchi” ha chiosato.

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Villa Valetudine, Via Codroipo 25, Camino al Tagliamento, 10.00 - 17.00 ogni giorno - anche sabato e domenica, previo appuntamento
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Ultimo aggiornamento: 23/04/2024 10:19