La pubblicazione dell’Ufficio di statistica della Regione Friuli Venezia Giulia sulla popolazione regionale, nazionale e di alcuni paesi europei, insieme a uno scritto ricevuto da Antonio Sabino, stimato pediatra in pensione, su quello che lui chiama "Il viale del tramonto", ci offrono alcuni spunti sulle prospettive della nostra popolazione.L'elaborazione della Regione riguarda i dati al 1° gennaio 2024 sulla popolazione dell’Unione Europea e di Austria, Slovenia, Croazia, Germania, Francia, Spagna, Italia e del Friuli Venezia Giulia, con lo scopo di evidenziare similitudini e differenze relative all’evoluzione demografica e a come è cambiata la composizione della popolazione nel corso del tempo. Sono stati inoltre presentati i dati delle proiezioni demografiche e, per Italia e FVG, i dati provvisori al 1° gennaio 2025.
Il report in sintesi
Negli ultimi venti anni la popolazione dell’Unione Europea è aumentata quasi ininterrottamente secondo una dinamica che però non ha coinvolto tutti gli Stati europei allo stesso modo: in Austria, Slovenia, Germania, Francia e Spagna si è registrata nel 2024 una significativa crescita demografica rispetto al 2005; al contrario, nello stesso periodo Croazia e Italia, insieme al FVG, hanno registrato una diminuzione del numero dei residenti.
L’invecchiamento della popolazione ha riguardato sia l’UE nel suo complesso che i singoli Stati considerati e il FVG: tra il 2005 e il 2024 la quota di persone anziane è aumentata in tutti gli Stati europei, mentre sono diminuite sia le persone in età attiva che i bambini fino a 14 anni, con l’unica eccezione della Slovenia dove la quota di bambini è aumentata di 0,4 punti percentuali.
Nella nostra regione si vive più a lungo che nel resto dell’UE.
L’età mediana, che a livello europeo era, all’inizio del 2024, più alta di 5,1 anni rispetto al 2005, è aumentata in ciascuno degli Stati considerati. L’aumento è stato inferiore al livello europeo per Austria e Francia, che già presentavano un’età mediana inferiore a quella europea, e per la Germania; mentre l’aumento è stato più rilevante per FVG, Italia e Spagna. In particolare, il FVG presentava l’età mediana maggiore (pari a 51 anni), superiore al valore italiano di 2,3 anni e a quello europeo di 6,3 anni.
Anche la speranza di vita alla nascita è aumentata: dal 2012 al 2023 la popolazione europea ha guadagnato 1,2 anni di vita. L’incremento maggiore ha riguardato la Slovenia anche se erano la Spagna, l’Italia e la nostra regione a presentare le aspettative di vita più alte: per l’Italia e il FVG maggiori di 1,6 e 2 anni rispetto al valore UE e più di 4 anni superiori a quella croata, che invece era la più bassa con 78,6 anni.
Per visionare il report completo:
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Viale del tramonto
Ho venduto la casa e, per necessità, non per scelta sono capitato in Viale del Tramonto. Mai via più coerente e significativa. Con la mia solitudine di vedovo e i miei 84 anni nel prossimo giugno sono, per il mio vivere, nel periodo giusto nel posto giusto. Ed è stato il nome del viale a farmi riflettere e a costringermi a sorridere ogni volta che rispondo a qualcuno dove abito. Di fronte a una aspettativa di vita crescente e a un contesto storico-sociale-familiare in mutamento, si fatica a cogliere i significati sempre più differenziati collegati all’essere “ vecchi” oggi. Tanto che quando si chiede di associare un termine alla categoria “ terza età”, la visione in prima battuta è quasi sempre al negativo o al complimento per un ricordo del passato. Scarsa capacità di valorizzazione delle persone “ vecchie” come risorsa e troppa concentrazione sui problemi legati all’età, alla solitudine, alla salute, all’assistenza, all’autosufficienza. E valori come l’esperienza, la saggezza, la custodia della memoria e delle tradizioni? Ci sono, ma arrivano dopo, e, quando arrivano, arrivano a orecchi e cervelli disorientati da una nuova società. Occorre che la società si convinca che il “ vecchio” ( perché tali siamo: “ vecchi” , senza le tiritere “maturo”, “ terza età”, “ anziano” e dobbiamo dircelo e farcelo dire con vanto e soddisfazione), ha bisogno di sentirsi utile, di avere un senso proprio nel presente e che la sua passata esperienza vissuta possa essere realmente percepita fonte di saggezza e di utile memoria, non interpretata come nostalgia per il passato. Non il racconto di un “eroe”, di “ uno” che…..” ai suoi tempi….”, ma il racconto della vita vissuta “come donna e come uomo”. Solo così si possono rimettere al centro i desideri e le caratteristiche dei vecchi, evitando loro il fastidio-dolore della solitudine, dell’esclusione e, peggio ancora, dell’abbandono. Grande papa Francesco ricordando che la contrapposizione tra generazioni è un inganno e che “ lo scarto” dei vecchi non è casuale né ineluttabile, ma frutto di scelte economiche, politiche, sociali personali, che non riconoscono la dignità delle persone.
Certamente la vecchiaia è l’ultimo capitolo della vita, ma nessuno può sapere quanto duri. La vecchiaia può e deve rappresentare una tappa feconda della vita, se a questa fase dell’esistenza si dà un senso a ideali culturali e sociali, religiosi ed etici, se si mantengono e si consolidano conoscenze ed affetti, senza aspettare passivamente l’arrivo di una badante o pianificare l’ingresso in una Casa di Riposo.
Simone de Beauvoir ( 1971) al tempo degli ormai quasi dimenticati anni sessanta affermava : “ I vecchi sono degli esseri umani?” Questo interrogativo fotografa un sentimento ancora prevalente nella nostra società cosiddetta sviluppata.
Tanti giovani procedono incuranti che la questione li possa riguardare. Forse non hanno letto e meno ancora meditato l’enigmatico cartello esposto all’entrata di un grande cimitero medievale, di cui parlava Norbert Elias e che così declamava : “ Quello che noi ora siamo, voi lo sarete. Quello che voi ora siete, noi lo siamo stati.”
Antonio Sabino