24/02/2020
Regione, Ricordi
Difendere l'onore di chi si è sacrificato per la libertà
di Daniel Vezzio, Presidente Fogolâr Furlan di Lione - Francia
Si sono svolte à Vaulx en Velin, in periferia di Lione, le cerimonie in commemorazione del supremo sacrificio di 23 partigiani del gruppo di Missak Manouchian, di cui cinque erano italiani.
L’Italia nel giugno 1940 dichiarando guerra ed occupando la Francia, aveva fatto degli italiani dei traditori per gli amici d'Oltralpe. Poi con la caduta del dittatore Mussolini, l’8 settembre 1943, siamo diventati dei ‘’voltagabbana’’, opportunisti, insomma un popolo su cui non si può mai contare, gente che non merita nessuna fiducia. Tanti si unirono ai gruppi partigiani non solo italiani, ma anche francesi per liberare la popolazione dall'oppressione nazi-fascista. Nel gruppo partigiano M.O.I ‘’Mano d'Opera Immigrata’’ dell’armeno Missak Manouchian c’erano diverse nazionalità ed anche molti apolidi. Questo gruppo era l’oggetto del ‘’Manifesto Rosso’’(Affiche Rouge), diffuso largamente dalla propaganda tedesca e che voleva dimostrare che questi partigiani erano dei banditi, criminali stranieri che rappresentavano l’anti-Francia. Tutti furono fucilati il 21 febbraio 1944 al Mont Valerien nelle vicinanze di Parigi.
Durante la cerimonia a Lione tra le bandiere francesi anche quattro bandiere italiane hanno sventolato in onore di questi cinque connazionali hanno dimostrato che non siamo proprio tutti, traditori, voltagabbana opportunisti, banditi, criminali, e che forse si può ancora contare sugli italiani per difendere la Liberté. Il console generale d’Italia Pierangelo Cammarota, non potendo presenziare, ha incaricato la Daci (Discendenti degli ex-combattenti e reduci italiani di Lione) di rappresentarlo. Quattro alfieri italiani, tutti friulani, hanno così assunto l’impegno di rammentare il supremo sacrificio dei nostri connazionali in Francia.