Una notizia giunta, come sempre, simile a un fulmine a ciel sereno. L’ufficio postale di Goricizza –Pozzo sarà chiuso. Dopo aver indicato nella cattiva gestione informatizzata dell’ufficio principale di Codroipo, i veri problemi che spingono da anni i cittadini del Codroipese a recarsi negli uffici distribuiti nelle frazioni per trovare un servizio accettabile e doveroso, Poste Italiane S.p.A. ha raccolto le lamentele nei confronti del personale di Codroipo, dirigente innanzi a tutti, ha ascoltato le lodi nei confronti di chi gestisce con impegno, passione, efficienza e rispetto, gli uffici nelle piccole località e, facendo tesoro di tutti questi suggerimenti e con il solito rispetto nei confronti della clientela, ha messo in atto un’involuzione assolutamente contraria ad ogni logica.
Il totale disinteresse nei confronti dei fruitori del servizio, ampiamente dimostrato quotidianamente dall’ufficio postale di Codroipo nel quale è attivo da tempo senza alcuna modifica migliorativa, un sistema elettronico, incomprensibile e malfunzionante. In questo modo si garantiscono lunghe code e grandi pause per gli operatori con postazioni inspiegabilmente vuote anche nelle fasi di afflusso massiccio.
L'ufficio di Goricizza di via Selva sarà chiuso insieme con altri dodici uffici postali della provincia di Udine (19 in tutta la regione) che rientrano nel quadro dei nuovi tagli previsti da Poste Italiane, noncuranti delle proteste dei cittadini, che giustamente si sono rivolti anche al sindaco.
Non è chiaro lo scopo della mossa: se Poste Italiane ha tra i propri dipendenti persone capaci di portare avanti con indiscutibili capacità, uffici periferici, che in autonomia gestiscono pratiche di ogni genere, con cortesia e attenzione per la clientela, meglio chiuderne il più possibile per poter generare code notevoli anche nelle frazioni rimaste aperte?
Nella comunità di Goricizza c'è preoccupazione per la perdita di un servizio ritenuto vitale: il comitato Civico di Goricizza, guidato da due delle realtà che operano nella frazione come la fabbrica Savonitti e il locale tabacchino, ha infatti già raccolto la bellezza di 500 firme a difesa del mantenimento dell'ufficio. Nel comunicato si legge come questa chiusura rischi di mettere in grave disagio la Comunità (per un bacino complessivo di circa 1500 persone stimate) nelle sue componenti più fragili ed aumentare la sfiducia nelle istituzioni.
Purtroppo bisogna constatare che lo Stato può ben poco in certi casi in cui un azienda ex pubblica, nel processo di privatizzazione, decida tali chiusure legate a un taglio dei costi in barba a quelle che sono le esigenze di una piccola comunità.
Per sapere qual è lo stato dell’arte e quali prospettive ci siano per i residenti, soprattutto per le persone più anziane e con problemi di mobilità, abbiamo chiesto lumi al primo cittadino Fabio Marchetti (nel contenuto video di questa pagina, intervista al Sindaco)