Dove andresti, cosa faresti se potessi accogliere la tua vita senza paura? La risposta che si era dato Paolo Caneva, rifletteva tutta la sua determinazione.
Nato a Codroipo quasi 50 anni fa, aveva qui vissuto tutta la sua giovinezza, stringendo forti legami con il gruppo scout e molti ragazzi del territorio. Lo animava, però, la volontà di cercare uno strumento, una via per essere più utile nel mondo.
Nell’agosto del 2004 aveva, così, deciso di partecipare ad un campo di lavoro in Etiopia, organizzato dalla Diocesi di Udine. Non sapeva spiegare, raccontava qualche anno fa, come mai l’Africa fosse una parte così profonda del suo cuore, ma le previste tre settimane si erano trasformate in anni.
Qui si erano posate le fondamenta per la sua famiglia. Nel 2006 aveva sposato Shitaye e la loro vita era stata arricchita da cinque figli, due maschi e tre femmine, la più grande adottata. I loro nomi sono Tzega, Teresa, Mary, Francesco e Pietro.
In Etiopia aveva anche trovato un lavoro stimolante, come missionario laico Fidei Donum, nella diocesi di Emdibir, inviato dal Vescovo di Udine. Da questa esperienza sono nati numerosi progetti, che hanno coinvolto le scuole del Codroipese e molte associazioni. I risultati hanno donato nuove prospettive alla popolazione locale.
Il trasferimento nella capitale Addis Abeba, dove i figli frequentavano la scuola italiana, lo aveva portato a contatto con una realtà nuova e sconvolgente, dominata da un capitalismo senza morale. Le riflessioni scaturite da questo incontro/scontro, lo sostenevano nel desiderio di permettere a più persone di scoprire un mondo alternativo alla concezione occidentale. Accompagnava, quindi, chiunque fosse disposto a mettersi in gioco, in percorsi diversi dalle solite esperienze, che permettevano di comprendere come il vero viaggio iniziasse non sulla scaletta di un aereo, ma nel momento in cui l’uomo si concedeva uno sguardo nuovo. I percorsi proposti incontravano piccoli villaggi, missioni cattoliche, cultura e la volontà di conoscere un’Etiopia intima e nascosta, in un cammino solidale e nel confronto con uno stile di vita molto diverso dal nostro.
Era rientrato da poco a Codroipo, intraprendendo una nuova esperienza lavorativa, ma rimanendo legato all’Africa. Viveva con serenità, senza mai dimenticare carità e amore verso il prossimo e una fede incrollabile, che illuminava i suoi occhi e le sue parole.
Poco più di un mese fa era andato in Etiopia, dove aveva purtroppo contratto il Covid. Ricoverato in una struttura sanitaria della capitale, è mancato lasciando la sua famiglia e le migliaia di persone a cui, negli anni, aveva regalato nuove prospettive di vita.
Tra le genti, con l’eco lontano dei luoghi che tanto amava, si è concluso il suo viaggio terreno. Ora, fra le braccia della comunità di Codroipo, che aveva ancora una volta scelto come casa, lascia una famiglia e le sue numerose iniziative: a noi il compito di abbracciarle.
Stasera, 29 luglio, alle 19:00 ci sarà una veglia di preghiera per Paolo Caneva in Duomo a Codroipo. La celebrazione sarà video trasmessa in streaming si può accedere dal sito della Parrocchia o direttamente dal canale Youtube:
https://www.youtube.com/watch?v=GK5CuzCcjSwLa data dei funerali sarà comunicata appena possibile.