Regione, Economia

Le esportazioni del Friuli Venezia Giulia negli Stati Uniti

di Mario Passon

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Tema di attualità in questo tempo di dazi. Anche l’economia del Friuli Venezia Giulia è dentro questa “guerra commerciale” dei dazi annunciati in campagna elettorale, minacciati, sospesi, rettificati poi introdotti per alcune merci, controdazi … una “bella” scelta di politica economica avviata dal nuovo presidente degli Stati Uniti.
I dazi sono una tassa pagata da chi importa merci negli Stati Uniti, tassa pagata dalle imprese al governo. Se l’Unione Europea introducesse, come ritorsione, dazi alle importazioni dagli Stati Uniti anche le aziende europee pagheranno questa tassa. Finirà che, nella gran parte dei casi, aumenteranno i prezzi al consumo e quindi l’inflazione.
Quanto questi dazi danneggeranno l’economia del Friuli Venezia Giulia? Dobbiamo guardare nel dettaglio cosa Friuli Venezia Giulia e Stati Uniti si scambiano di più.
Nel 2024, secondo i dati dell’Istat, Friuli Venezia Giulia e Stati Uniti si sono scambiate beni per 2,4 miliardi di euro, di cui 2,3 venduti dalle aziende regionali agli Stati Uniti e 96 milioni di euro comprati dalle aziende della nostra regione. Il saldo commerciale, cioè la differenza tra esportazioni e importazioni, è nettamente a favore del Friuli Venezia Giulia, che agli Stati Uniti vende più cose di quante ne compra da loro.
Tra le merci più esportate negli Stati Uniti ci sono le Navi in particolare quelle da crociera costruite a Monfalcone, che pesano il 42,5% del totale, poi vendiamo Macchinari industriali per il 20%, Mobili per il 15,5%, Prodotti alimentari e bevande per il 7,6% del totale. Sono prodotti realizzati in larga misura dalle aziende manifatturiere di Udine e Pordenone: tra i prodotti alimentari e bevande c’è il prosciutto di San Daniele, il vino, il caffè, i prodotti da forno e farinacei, mentre i Mobili riguardano in particolare le aziende dei distretti industriali di Manzano e Brugnera, infine i macchinari industriali fanno riferimento alla meccanica friulana.
Anche noi consumatori friulani abbiamo parecchio da perdere da questi dazi perché l’energia (ammesso e non concesso che l’Unione Europea introduca dazi) ha un peso importantissimo per le importazioni sia italiane sia dell’Unione Europea. Nel 2024 l’Italia ha pagato agli Stati Uniti 4,3 miliardi di euro per petrolio e gas naturale (il 16,7% del totale).Oggi gli Stati Uniti sono tra i maggiori fornitori di gas dei paesi europei (in sostituzione della Russia).
Un bel danno per tutte e due le economie: un pessimo affare sia per chi compra sia per chi li subisce quindi un danno anche per l’economia americana che ha “promosso questa manovra”.
Oggi le filiere sono lunghe; molti prodotti che noi consumatori acquistiamo passano tante frontiere dalla materia prima ai semilavorati. Questa economia ha bisogno di cooperazione tra Stati, le economie aperte sono innovative portano progresso e prosperità, soltanto i sistemi aperti evolvono … soprattutto quelli dell’economia e della conoscenza; quale sarà il futuro dei popoli se non quello in cui si dialoga e ci si rispetta.
“Amo tutti i popoli, ma nessuna nazione. Sono patriota, ma non un nazionalista … il patriottismo è amare la propria gente” dice Janek nel romanzo “Educazione europea” dove Roman Gary racconta le speranze, i sogni, gli ideali di un gruppo di giovani studenti che durante la Seconda Guerra Mondiale decidono di entrare nella resistenza. Su questi valori è nata la nostra Europa, non sui muri.

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Ultimo aggiornamento: 01/04/2025 09:21