19/02/2025
Economia
Usciremo da questo polverone? O ci siamo impantanati?
di Mario Passon
L’Istat fotografa una crescita zero per l’Italia: il Prodotto Interno Lordo (Pil) è fermo sia nel terzo sia nel quarto trimestre 2024: Il risultato per tutto l’anno è di un modesto +0,5% (483 milioni di euro il nostro Pil annuale).
Sempre l’Istat certifica una crescita dell’occupazione: sono 24 milioni le persone che lavorano: a dicembre 2024 +217mila rispetto a dicembre 2023. Aumentano in particolare i lavoratori permanenti (il lavoro a tempo indeterminato). Così dicono le statistiche!
Due statistiche di segno opposto: come spiegare un aumento degli occupati senza crescita del Pil? La nuova occupazione è solo lavoro povero, cioè lavoretti a scarso valore aggiunto e poco pagati? Oppure sarà altro?
Eppure una buona parte delle aziende italiane produce e vende merci e servizi di qualità (moda, cibo, macchinari, …) non si spiegherebbero altrimenti le buone performance delle esportazioni; e poi l’occupazione cresce anche nelle attività professionali, scientifiche e tecniche e nei servizi di informazione e comunicazione, che sono settori a medio-alto valore aggiunto.
Diversi economisti puntano il dito sulla produttività: “il sistema Italia ha una produttività vicina a zero … dobbiamo triplicare la nostra produttività per non peggiorare gli standard di vita” … Come? “Dovremo lavorare 5,2 ore in più”.
Non è questa la strada. Da bravi italiani abbiamo cavalcato bene l’onda della globalizzazione e il libero mercato e indubbiamente la nostra economia ha vissuto molto di export, la vendita di beni e servizi all’estero sono stati un importantissimo motore per la crescita della nostra economia.
Ora forse non più così; il libero mercato è una favola se si usano i dazi … allora si potrà vivere solo di export coma ha fatto l’economia europea? E dobbiamo tornare alla domanda interna? Riusciremo a trovare la strada giusta? Tante (troppe) domande in queste mie riflessioni.
“Open Dialogues for the Future” promosso dalla Camera di Commercio di Pordenone-Udine potrà darci qualche risposta: appuntamento giovedì 6 e venerdì 7 marzo per capire i nuovi scenari geopolitici e gli impatti sociali ed economici.