08/02/2025
Lavoro
Per continuare il dialogo sul lavoro e le sue prospettive
di Sonia Zanello
Alcune riflessioni sull’interessante report letto su "il ponte" online dal titolo “Come cambiano le professioni, nuove prospettive” di qualche giorno fa.
È pur vero che il punto di vista di ognuno porta con sé il mondo di valori che lo caratterizza. E così appare naturale che chi si interessa ai giovani per vocazione e per passione guardi all’evoluzione del mercato del lavoro con attento studio.
Numeri importanti rievocano un passato di calzolai e sarti anche nel nostro territorio, che poi ha saputo costruire un’architettura anche urbanistica attorno al commercio di una manifattura di qualità. Codroipo come emporio si è così con logica consequenzialità sovrapposta nella storia alla Codroipo prima puramente rurale e in un secondo momento anche tessitrice dei tempi di Jacopo Linussio.
L’innesto dell’IA in una società fortemente complessa ha dato impulso a nuovi bisogni: l’utile – o il presunto utile – rischia di soppiantare il concetto di bello, che non di puro bisogno, bensì di grande sogno si nutre.
La complessità esige un alto tasso di cultura, una sfida da giocare assolutamente, ma con evidenze nella flessibilità, nelle relazioni tra i settori produttivi, tra le persone, tra le storie.
E da donna di scuola la nuova prospettiva rispetto a conoscenze e competenze non è solo quella delle cosiddette nuove professioni di stampo accademico, rispetto alle quali le riforme in atto affiancano, infatti, all’Università anche l’apertura della cosiddetta filiera del 4+2 (riduzione a quattro anni delle superiori statali professionali o di formazione professionale regionale+ due anni di ITS Academy, cioè Istituto Tecnico Superiore). La novità che si respira tra i ragazzi – e tra i ragazzi del Medio Friuli in particolare – è molto spesso il desiderio di ritornare ad artigianato di qualità. Inserendo senz’altro tecnologia nella produzione, nella precisione, ma per ottenere un prodotto bello.
Bello vuol dire molto sulla bocca dei giovani. E per quanto riguarda la categoria degli insegnanti, sognare i propri studenti laureati magari in storia e poi capaci di ricostruire in prima persona i terrazzamenti tipici dei pendii europei necessari ad evitare il dissesto idrogeologico, credo proprio che sarebbe il massimo.