La frustrazione che deriva dal consistente investimento di energie nell'accudimento del proprio caro, è spesso portatrice di delusione che diviene poi irritazione, nervosismo e "rabbia". Ci si arrabbia con il malato, ma soprattutto con sé stessi, perché nell’alzare la voce si ha dimenticato per un attimo, che chi si ha davanti è una persona in difficoltà e che i suoi comportamenti non sono volontari.
Dunque rabbia e amore si ritrovano compresenti nello stesso animo e nello stesso momento.