sabato 2 alle 21, domenica 3 alle 18 e 21
di Sofia Coppola - con Israel Broussard, Katie Chang, Taissa Farmiga, Claire Alys Julien, Georgia Rock.
A Los Angeles un gruppo di adolescenti si dedica a un'attività piuttosto inconsueta. Irresistibilmente attratti dal glamour della vita delle star individuano le loro abitazioni e, in loro assenza, rubano tutti gli oggetti che, ai loro occhi, appaiono come status symbol. Prima di essere individuati dagli investigatori avevano già accumulato una refurtiva di più di tre milioni di dollari; tra le loro vittime ci sono stati (si tratta di fatti realmente accaduti) Paris Hilton e Orlando Bloom. Sofia Coppola al suo quinto lungometraggio conferma la propria attrazione, che possiamo ormai definire autoriale, per il mondo dell'adolescenza.
Questa volta il suo sguardo si sposta su un gruppo di 4 fanciulle della City of Angels che coinvolgono un loro coetaneo, arrivato da fuori, nelle loro imprese. Lo sguardo della sempre più adulta Sofia non condanna i propri protagonisti. Compie un'azione ancor più dolente e incisiva: li osserva e descrive con il senso di impotenza di chi ha ben chiare le cause dell'amoralità che li pervade e al contempo si chiede se e come si possa tornare alla 'sana' trasgressione che ha segnato in tutte le epoche la fase dell'adolescenza.
Perché ciò che più sconcerta, insieme alle loro dichiarazioni a posteriori desolatamente 'vere', è il compulsivo bisogno di Nicki, Sam, Mark, Chloe e Rebecca non di opporsi al mondo degli adulti ma di conformarvisi attraverso quegli oggetti e quei gadget che ne identificano a livello comunicativo il potere. È come se il potere illusionistico dell'omologazione non avesse più dinanzi a sé alcun ostacolo nella propria marcia universale.