ora inizio: 20.45 - Teatro Comunale di Lestizza P.I.C. Medio Friuli presenta la tragedia in due atti di Miklós Hubay Titolo originale dell’opera Elnèmulás, traduzione e sceneggiatura in friulano di Carlo Tolazzi e Martina Arrigoni Un crudo dramma tra le porte chiuse di uno scantinato mette in scena il massacro di una vittima di guerra: una donna violentata e uccisa. La sua fine segna l’estinzione della cultura e della lingua del popolo di cui è l’ultima testimone e custode. Una potente metafora teatrale, fatale e affilata come una tragedia greca, per rappresentare la ferocia della storia, l’umiliazione patita dagli indifesi e il genocidio delle minoranze, sacrificate sugli altari di irrazionali pulizie etniche o anche di più subdole pratiche di omologazione. Ne è autore il grande drammaturgo magiaro Miklós Hubay, che nel 2000, ospite dei Colonos di Villacaccia e con penna quasi testamentaria, vi riversò le tracce di un suo manoscritto perduto – ispirato dalla condizione dei popoli dell’Amazzonia. In quell’occasione il dramma fu ricreato come omaggio d’amore al Friuli e alla “necessità” della sua lingua periferica. A distanza di tredici anni dal debutto per “Avostanis”, il regista Massimo Somaglino ne ripropone un secondo allestimento, con nuovi interpreti e con ripensata veste friulana. Una sfida, che una cordata di strutture culturali e teatrali del territorio si onora di sostenere e presentare all’interno di vicino/lontano. Un invito a riflettere sul grado zero di umanità in cui ogni totalitarismo può farci precipitare, già a partire dai sospetti verso le diversità e fino al capolinea dell’imposizione di un universale mutismo: del cuore, della mente, della parola.
La lingua dello spettacolo è la variante friulana della Val Pesarina
Una coproduzione: Associazione Colonos, Comune di San Vito al Tagliamento, Forum, Progetto Integrato Cultura del Medio Friuli, Teatro Club Udine, vicino/lontano
Con il patrocinio di: Centro Interuniversitario di Studi Ungheresi e sull’Europa Centro-Orientale, Società Filologica Friulana – Societât Filologjiche Furlane
Si ringraziano Danilo De Marco, Paolo Driussi, Miklós Hubay jr., Roberto Ruspanti