Tre sacerdoti in una sala d’attesa. Fin qui nulla di strano, se non fosse che la porta davanti alla quale stanno aspettando è il Reparto di Ostetricia.
La partoriente è una donna che per più ragioni sta molto a cuore a tutti e tre: un’immigrata a cui hanno dato accoglienza e aiuto per inserirsi nel tessuto sociale.
Ma ciò che rende i tre preti ancor più partecipi al lieto evento è il fatto di non sapere chi sia il padre del bambino che sta per nascere. Ed è per questo che, con lievità, assumono il ruolo di padri teneri, preoccupati, amorevoli. Sentimenti che li portano a fare i conti con le maldicenze di qualche parrocchiano, i pregiudizi, ma soprattutto con i loro dubbi, con il loro stesso bisogno di paternità.
In attesa della chiamata il tempo si sospende: è una lunga notte. Natale è alle porte. Il luogo in cui si svolge l’azione diventa spazio dell’anima: l’ospedale si fa deserto, labirinto, cielo stellato. E giungono messaggi misteriosi che invitano i tre a mettersi in cammino.
Con l’inconfondibile leggerezza delle commedie del celebre trio del Teatro Incerto, Predis è soprattutto un omaggio a quei preti che si trovano a vivere le loro piccole grandi battaglie nella solitudine e nell’indifferenza, dimenticati e derisi da un mondo che, come diceva David Maria Turoldo, “non perdona ai sacerdoti”.