31/01/2025
Codroipo, Libri, Ricordi
Capuozzo riempie il Benois con "Vite di confine"
di Pierina Gallina
120 minuti serali pieni pieni con Toni Capuozzo e il suo libro "Vite di confine" al Teatro Benois di Codroipo( Ud) - da tutto esaurito - a cura del Caffè Letterario Codroipese, presieduto da Luisa Venuti.
Una presentazione in due tempi: letture dal libro di Capuozzo e Sebastiano Zorza alla fisarmonica, prima. Intervista di Paolo Mosanghini, vicedirettore del Messaggero Veneto, poi.
In più, il dibattito con il pubblico, generoso anche di domande, oltre che di applausi.
Capuozzo accende i riflettori sul confine tra Gorizia, capitale della cultura 2025, luogo di transito dove si confrontano due popoli diversi. Di loro, delle storie del confine più piccolo del mondo. "Non a scale come Redipuglia" dice Capuozzo.
Ma un confine controcorrente, che non è più maleducazione bensì opportunità di cui essere orgogliosi.
Qui, nel 1909, accadeva il primo volo, il 25 novembre, alla periferia di Gorizia, che faceva parte dell'impero austroungarico.
Capuozzo legge di guerre, di campi di concentramento, di vite spezzate, di donne, di Riccardo Di Giusto, il primo caduto in guerra nel 1915 e di Augusto Piersanti, l'ultimo, il 4 novembre 1918, a Paradiso, il giorno prima della liberazione.
Legge dei tanti caduti italiani senza nome e aggiunge "anche i silenzi vogliono dire qualcosa, spesso".
Capuozzo infila parole dal suo libro, con voce roca e suadente.
Zorza dà voce alla fisarmonica con improvvisazioni narranti, che sfiorano storie e le spettinano come riccioli cotonati.
Capuozzo e Zorza cementano l'attenzione del pubblico, che applaude e si commuove, mentre l'Isonzo e Ungaretti aggiungono perle di poesia.
Il secondo tempo, dedicato all'intervista di Mosanghini a Capuozzo, cambia registro.
Il tema verte sull'attualità.
"Ora c'è eccesso nei confini, in Israele per esempio?" chiede Mosanghini.
Per Capuozzo "tutto ha sapore di moneta falsa, dato che i prigionieri escono con le camicie stirate."
Alla domanda "Come interverrà Trump tra Russia e Ucraina?",
Capuozzo risponde che "Trump, elefante da gioielleria, ha il potere di obbligare l'Ucraina a trattare. Parla alla nuora perché la suocera intenda. È poco interessato alle vicende lontane dall' America. Da giornalista mi incuriosisce molto."
E conclude: "La cifra della nostra epoca è l'incertezza.
La nostra cara Europa è un continente vecchio, debole, con la guerra a est, la polveriera a sud e l'America pronta a schiacciarla.
Il nostro paese è bello, ma marginale.
Dobbiamo abbandonare l'idea di poter padroneggiare il futuro.
Viviamo l'età in cui dobbiamo essere preoccupati, sapendo che vi sono meno certezze che in passato.
Dobbiamo addestrarci all'incertezza di un mondo precario ed essere felici della nostra situazione, che, pur con delle pecche, funziona.
Siamo in controtendenza rispetto ad altri stati nel mondo. Abbiamo ereditato pace e benessere, siamo fortunati.
Siamo un paese di finte vispe terese e possiamo difenderci solo con la mentalità critica." Quella che secondo Capuozzo tanti hanno o stanno perdendo e che non stiamo insegnando bene ai giovani che restano dei creduloni di fronte a tutto quello che offrono loro i social.
Messaggio chiaro, quello del friulano Capuozzo, saggio e sincero.