Codroipo, Arte e spettacoli

I Tiri Liberi, da Codroipo a Rai 1 con tutto il loro spirito di squadra

di Silvia Iacuzzi

Sabrina Stefani, Luca Di Leo e Fabio Grosso – alias i “Tiri Liberi” – hanno portato il nome di Codroipo su Rai 1, partecipando al quiz televisivo “Reazione a Catena” per due settimane, continuando a vincere sera dopo sera a inizio giugno, per un montepremi totale di ca. 160 mila euro.
Tra spirito sportivo, costanza e tanta ironia, i tre amici (e allenatori di basket) si sono distinti per simpatia, affiatamento e bravura. Li abbiamo intervistati per raccontare ciò che la TV non mostra: aneddoti, retroscena e l’energia di chi ha vissuto un’avventura unica… rimanendo se stesso.
L’intervista è stata piacevolissima, ma lunga, sicuramente più del biglietto per la mia sosta per il parcheggio! La riportiamo quasi integralmente sicuri di fare cosa gradita a tutti i lettori.

Com'è nata l’idea di partecipare a Reazione a Catena?
S: L'idea in realtà nasce in pieno COVID, quindi si parla del 2020, quando dal divano di casa, perché altro non avevamo da poter fare, è comparsa in TV la scritta in sovraimpressione “Iscrivetevi al casting …” e io ho proposto a Luca: “Ci iscriviamo a Reazione a Catena?” E Luca mi ha risposto: “Eeehhh?!” Quindi quando uno ti dice così, è sfida aperta e l’ho tontonato all’inverosimile, fino a quando preso dallo sfinimento mi ha detto: “Va bene, tanto non ci chiameranno mai!”. A quel punto mancava il terzo e entrambi abbiamo pensato a Fabio, che mi ha dato molta più soddisfazione, perché ha detto subito sì.

F: Noi giocavamo tutti da casa, perché la trasmissione è pre-cena e la televisione è bene o male accesa. Ci siamo accorti che, essendo tutti è tre allenatori di pallacanestro, abbiamo uno spirito competitivo di base, che per noi è la norma. Per cui per noi in qualsiasi cosa c’è quel minimo di sfida per cui ragioni in termini di “io avrei detto così”, “io avrei fatto colà” e sei implicitamente tirato dentro dal gioco e provi a dare la soluzione. È nella nostra indole di sportivi.

Quando vi hanno chiamato?
S: Ci hanno fatto un provino online già nel 2021 e ci hanno chiamato a giocare agli studi Rai di Napoli. Abbiamo partecipato a una puntata e abbiamo perso subito. Ma da sportivi quali siamo noi ci aspettavamo sempre la partita di ritorno, perché non eravamo rimasti soddisfatti di noi stessi. Abbiamo aspettato i tempi tecnici e abbiamo rifatto la domanda. Ci hanno chiamato prima nel 2024, per un provino in presenza a Venezia, ma non ci hanno selezionato e poi di nuovo a febbraio di quest’anno.

L: Ci hanno chiamato 10 giorni prima di cominciare a registrare per dirci che ci volevano per la prima puntata di questa stagione! Siamo andati a Napoli il 19 maggio e abbiamo cominciato a registrare il 21.

Il nome “Tiri Liberi” è originale e simpatico: come lo avete scelto?
F: Noi siamo tutti baskettari, ma il nome viene deciso con la produzione e questo era il nome che era piaciuto di più tra varie opzioni che avevamo dato.

L: Avevamo scelto anche un altro nome, ma era troppo tecnico: “Triangolo e due”, che è una tecnica di difesa mista nella pallacanestro. Volevamo mettere “Tiro da 3”, ma era già stato usato da un’altra squadra. Quindi poi la produzione ci ha aiutato con un nome che fosse orecchiabile e facile da ricordare.

Come avete vissuto il passaggio dalla vita quotidiana ai riflettori di Rai 1 e indietro?
F: Non nego che il passaggio si sente. Anche perché subito dopo che è andata in onda la trasmissione, hanno cominciato a fermarci per strada, e a salutarci in tanti. Ti ferma e ti fa domande anche gente che non hai mai conosciuto. La privacy è cambiata… e per noi per adesso è anche molto divertente.

S: Adesso quando andiamo a far la spesa stiamo dalle due alle tre ore… e anche in Veneto mi hanno riconosciuta, quando sono andata a trovare parenti. È tutto cominciato con “Ma lei sa che assomiglia a …”, “Vede mai quella trasmissione su Rai 1 prima del telegiornale?” e poi mi hanno chiesto di fare un selfie. Da normalissime persone che vivono la quotidianità come tutti, trovarsi in un posto X con persone che non conosci e che ti riconoscono, per me è stato abbastanza singolare. Perché a Codroipo, ok ci conoscono, ma l’eco è stata maggiore rispetto a quello che mi aspettavo.

[NDR: Durante l’intervista in piazza in un bar di Codroipo, un sabato mattina, almeno 5 persone si sono fermate a far loro i complimenti.]

Quali erano le vostre aspettative?
S: La prima volta nel 2021 avevamo perso; questa volta volevamo provarci e vincere una partita, almeno la prima.

L: E portare a casa qualcosa, che era un obiettivo comunque importante.

F: Con i 1800 euro vinti alla prima partita eravamo più che contenti. Poi abbiamo vinto quasi 100 volte tanto e lo spirito era diverso, perché avevamo raggiunto l’obiettivo già alla prima puntata, ma sempre per il discorso della competitività non potevamo mollare.

S: Quando sei lì, è divertente e ce lo siamo goduto tutto!

Quale è stato il gioco più divertente?
L: Per me quello decisivo, l’Intesa Vincente, quello che decide se hai vinto la partita.

F: Il gioco è quello, tanto che in alcune edizioni il programma si chiamava “Reazione a catena, l’Intesa Vincente”. Tutta la puntata si gioca lì, tutto il resto è un accumulo di montepremi. Ma mi è piaciuto anche il gioco nuovo che hanno introdotto quest’anno, con un fatto di cronaca realmente accaduto di cui bisogna indovinare delle parole mancanti.

S: Per me il 4 x1. Come per Luca, sappiamo che il gioco decisivo è l’Intesa Vincente ed è il più adrenalinico perché bisogna essere concentrati a mille e ogni errore lo paghi caro. Il più divertente però per me è il 4 x 1, perché ti fa vedere come una parola possa avere veramente tantissime accezioni e il fatto di intuirla prima di altri ti dà una soddisfazione notevole.

Sembrava aveste una tecnica ben testata... Vi siete allenati?
F: Certo, impossibile andare lì senza un po’ di allenamento. Se improvvisi, fai zero.

S: Ovviamente l’unico gioco per cui ci siamo allenati è l’Intesa Vincente, per ragioni di tempo: tutti abbiamo una vita con altri impegni. Non potevamo rivederci mille catene o studiarci i giochi della prima parte. Abbiamo scelto di concentrarci solo sul gioco vincente. Tutto il resto è stato tutto frutto di improvvisazione.

L: E comunque essere in testa sui giochi iniziali per 13 volte su 15 puntate, non è poca cosa. A riprova che allenandoti sull’Intesa Vincente, ti alleni un po’ su tutto. Da febbraio a maggio ci siamo allenati un paio di ore a settimana. Gli ultimi giorni prima di partire abbiamo intensificato un po’.

Come avvengono le puntate?
F: Tutto è molto spontaneo. Pino Insegno è un conduttore che sa il fatto suo e ha il polso dell’andamento della trasmissione.

S: Infatti, nulla è preparato. Poi essendo un programma registrato, se si dicono cose inappropriate o si va troppo lunghi, la parte viene tagliata o viene riregistrata, come in tutti i programmi pre-registrati.

L: Ogni registrazione dura meno di due ore per un’ora e un quarto di puntata. Si registrano due puntate al giorno. Vestiti, trucco e parrucco la mattina, registrazioni il pomeriggio. Salvo problemi tecnici o gaffe, la prima parte della puntata è registrata tutta in un tiro. Poi magari qualcosa tagliano e tu non lo sai, ma ci sono dei momenti chiaramente fuori onda, come all’ultima puntata, mentre stavamo uscendo ci hanno richiamato e ci hanno fatto un grande applauso finale che non è stato mostrato in TV.

Che cos’è quindi molto diverso da quello che si vede in TV?
L: Sicuramente le parti che tagliano, come la parte su Achille Milani [NDR giocatore, ora allenatore friulano di basket] o sul Giga [NDR Daniele Gigante]. Fabio l’ha citato dicendo che era un nostro amico mancato da poco, ma quella parte è stata tagliata e sembrava un riferimento fatto così tanto per fare. Invece Fabio ha spiegato chi era, ma quel pezzo non è andato in onda.

S: Abbiamo cercato di far conoscere Codroipo il più possibile; ci hanno passato Nardini Sindaco, ma tante cose sono state tagliate. Peccato! E peccato che tante volte le persone fanno commenti solo su quello che vedono, senza porsi il dubbio che ci sia dell’altro che la TV non ci fa vedere. È un limite che abbiamo come spettatori e che dovremmo considerare prima di fare commenti sui social o simile.

C’è stato qualche retroscena o aneddoto interessante?
S: Una cosa per cui siamo stati richiamati la prima puntata è che non è previsto il saluto agli avversari. Quello che sembra una mancanza di educazione e di sportività, è un protocollo che la TV richiede. Chi perde deve uscire di scena immediatamente. Hai tempo dopo, dietro le quinte, finita la trasmissione, per i saluti.

L: La prima puntata siamo stati redarguiti in maniera decisa, perchè finita l’Intesa Vincente noi siamo andati a dare la mano ai ragazzi che avevano perso e con cui eravamo stati due giorni. E lì siamo stati ripresi dalla produzione, per cui abbiamo dovuto rifare la registrazione.

F: Ce l’avevamo detto e lo dicono sempre. Allora in una delle ultime puntate, i nostri avversari quando dovevano uscire sono venuti a darci la mano e io a denti stretti, dietro un sorriso, gli ho detto “no, no, lascia stare” e non gli ho dato la mano. E sui social ci hanno detto di tutto, perché non gli abbiamo nemmeno dato la mano, ma non potevamo! Poi ci siamo salutati alla grande, dietro le quinte.

S: Queste sono le cose che non si capiscono da casa e che possono portare a tante incomprensioni. Noi abbiamo la nostra età e queste cose ci toccano il giusto, ma se magari si criticano ingiustamente dei ragazzi, non tutti saprebbero come affrontare la cosa.

Qual è stato il momento più emozionante del vostro percorso al quiz?
L: Tre momenti. Uno la prima vittoria e aver raggiunto quello che ci eravamo prefissi; secondo quando abbiamo vinto 59 mila euro; e terzo un fuori onda, quando in una pausa sono andato a sedermi vicino al pubblico e un signore mi ha fatto i complimenti perché eravamo “persone vere” e, nonostante fossimo lì da un po’, non avevamo cambiato il nostro atteggiamento. Un bel complimento, spontaneo e non dovuto.

S: Il momento più emozionante in assoluto è stato quando abbiamo giocato contro una squadra palermitana composta da padre, madre e figlia. Erano davvero molto preparati, persone straordinarie e sapevamo che con loro sarebbe stata una battaglia intensa. Ed è stato proprio così, tanto che noi siamo arrivati all’Intesa Vincente in svantaggio e, giocando per primi, devi dare il massimo. Vincere quell’Intesa Vincente è stato il momento in cui la soddisfazione è stata maggiore.

F: Io aggiungo che ad ogni puntata c’è un gioco per cui se gli altri indovinano una parola, ti trovi a giocare con 10 secondi in meno all’Intesa Vincente. La Zot. E ogni volta, per due volte al giorno, ti trovi lì con l’adrenalina a mille e sei nelle mani degli altri.

Come è finita? Cos'è successo il 22 giugno?
F: L’ultima puntata? Sì, quella è stata registrata il 5 giugno. Beh, venivamo da due settimane impegnative, su e giù a Napoli con ritmi serrati, scioperi dei treni e il Napoli che aveva vinto lo scudetto e la notte c’erano festeggiamenti e fuochi d’artificio che Lignano a Ferragosto non li ha mai visti.

S: E quella era la seconda puntata che abbiamo registrato quel giorno e si è sempre un po’ più stanchi, perché hai già dato il massimo nella partita prima, ti devi cambiare, rimicrofonare e partire da zero.

L: Tra una registrazione e l’altra ci sono solo 15 minuti.

S: Quindi la seconda puntata è sempre più faticosa, senza nulla togliere alle ragazze che hanno vinto ed erano bravissime. Inoltre, quel giorno la prima puntata per noi è stata molto campanilistica, perché abbiamo giocato contro i triestini che avevamo già incontrato al provino. Sapendoli un gruppo preparato, quella partita ci è costata parecchio in termini emotivi e di tensione: in quella partita lì abbiamo speso una quantità di energie superiore alle altre. Poi questa non vuol essere una scusa. Quando perdi, hai perso e lo accetti in una logica sportiva.

F: Ma non abbiamo mollato, anche perché ci sarebbe piaciuto essere ancora lì quando le puntate andavano in onda e bastava vincere quella puntata lì che il lunedì successivo sarebbe cominciata la trasmissione. Ma onore alle ragazze che si sono battute degnamente, sono state brave e hanno vinto.

Cosa farete con il montepremi che avete vinto?
L: Noi abbiamo appena acquistato casa e ci tornano utili.

F: E per me andranno a coprire tante spese…

S: Ma ben il 40% va in tasse.

L: Comunque per divertirsi, ci è andata più che bene. Là eravamo completamente spesati di vitto, alloggio e viaggio.

Ora che l’avventura si è conclusa, avete in mente altri progetti insieme o sogni da realizzare? Magari un ritorno in TV?
L: Io ho dato. Non credo di voler fare altro.

F: Io invece sono pronto, ma è difficile che ci chiamino per altri giochi, perché ormai abbiamo già vinto. E comunque questa avventura così com’è andata, è stata perfetta.

S: E poi a noi è piaciuto, perché è un gioco di squadra che prevede tanta abilità, non solo fortuna. Per come siamo, è un gioco che ha alla base la filosofia che anche noi seguiamo. Però è possibile che ci chiamino per il torneo dei campioni di Reazione a Catena, quindi forse non è finita qui! Ma non si sa bene quando sarà, forse in autunno o il prossimo anno. Vedremo. Intanto, è andata bene così.

Allora che dire: grazie per aver portato in alto il nome di Codroipo, in bocca al lupo per le sfide future e ci risintonizzeremo tutti quando tornerete in onda.

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Ultimo aggiornamento: 12/12/2025 22:44