14/11/2025
Codroipo, Sociale, Libri
La testimonianza di Pasquale, orfano di femminicidio
di Silvia Iacuzzi
Una serata densa di emozioni e di riflessioni quella che si è svolta ieri nella Biblioteca di Codroipo, dove il Caffè Letterario Codroipese, in collaborazione con il Comune di Codroipo, ha organizzato un incontro dedicato alla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Ospite Pasquale Guadagno, orfano di femminicidio, che ha condiviso la sua storia narrata nel libro “Figli di nessuno” dialogando con Paolo Mosanghini, vicedirettore del Messaggero Veneto.
A introdurre l’evento è stata Gaetana Gemo, vicepresidente del Caffè Letterario, mentre i saluti istituzionali sono stati portati dall’Assessore alla Salute e alle Pari Opportunità Paola Bortolotti, che ha ricordato quanto la violenza di genere sia “un’esperienza devastante per un bambino” e come sia urgente “un cambiamento culturale fin dai più giovani”. Ha poi sottolineato un dato significativo: in Friuli Venezia Giulia il 55% delle donne lavora, più della media italiana, ma il 45% delle donne che lavorano sono impiegate in forme di part-time che non garantiscono autonomia economica.
Mosanghini ha osservato con rammarico che in sala erano presenti soprattutto donne: “Un peccato perché questi contenuti dovrebbero raggiungere tutti, soprattutto gli uomini.”
Pasquale aveva 14 anni quando, il 25 aprile 2010, sua madre Carmela venne uccisa dal padre nella loro casa di Feletto Umberto. Un dramma che si è ripetuto sulle orme di una tragedia precedente: la madre di Carmela, infatti, era stata vittima anch’essa di femminicidio quando la figlia aveva appena sette mesi. “Un destino che si è riproposto di generazione in generazione” ha raccontato Pasquale.
Nel 2010 si parlava ancora poco di violenza contro le donne, e la famiglia viveva isolata, senza una rete di protezione. Il padre, capocantiere alla Fincantieri libero dal febbraio 2024, esercitava violenza fisica e psicologica su moglie e figli: “Per me era normale” ha detto Pasquale “non avevo altri metri di paragone.”
Nella giurisdizione italiana vi sono ancora criticità. Ad esempio, l’omicida mantiene diritti formali sulla persona che ha ucciso, al punto che Pasquale e la sorella Annamaria non hanno potuto procedere alla cremazione della madre senza il consenso del padre. “È violenza nella violenza” ha commentato Mosanghini.
Dopo la tragedia, i due ragazzi furono affidati senza reali tutele né supporti istituzionali alla famiglia paterna, che accusava la madre di aver portato il padre ad ucciderla. “Le istituzioni sono completamente mancate” ha affermato Guadagno. La sorella, appena diciottenne, lasciò presto un nucleo familiare in cui non si riconosceva e dopo qualche anno la raggiunse anche Pasquale, così lei si trovò a dover crescere il fratello, affrontando enormi difficoltà economiche, sfratti, debiti, ecc.: “Faceva i salti mortali per darmi un’adolescenza normale.”
Durante la pandemia, Pasquale è precipitato in una depressione profonda. L’incontro con una psicoterapeuta gli ha permesso di elaborare il trauma e di iniziare un percorso di consapevolezza. Da quel cammino è nato il suo primo libro, “Ovunque tu sia” (2023). Ad una presentazione del libro conosce la giornalista Francesca Barra, e insieme scrivono “Figli di nessuno”, un diario personale che racconta cosa significhi crescere in una famiglia maltrattante, cadere nel vuoto e rialzarsi da soli. Un memoir che ripercorre il dolore, ma anche il coraggio di ricominciare e che mette a nudo non solo la tragedia familiare, ma anche le gravi carenze culturali e istituzionali che ancora oggi caratterizzano la violenza di genere nel nostro paese. La prima legge sul femminicidio è del 2018, ma non è stata applicata fino al 2020 per la mancanza di regolamenti e decreti attuativi.
Oggi Pasquale è titolare da tre anni di un bar a Udine, ma sente sempre più forte la necessità di dedicarsi alla testimonianza e all’impegno sociale, tanto che ha portato il suo libro in tutta Italia e anche in Senato. Ha fondato l’associazione “Anime Invisibili”, nata per aiutare chi resta ai margini dopo la violenza: bambini, sorelle, fratelli, famiglie spezzate. Tra i progetti, un fondo di microcredito per sostenere le donne nel raggiungimento dell’indipendenza economica, accanto a percorsi di accompagnamento e sensibilizzazione. “Le case rifugio sono importanti” ha detto “ma devono essere soluzioni temporanee, non devono creare dipendenza: bisogna dare strumenti per essere libere.” Pasquale è impegnato in incontri pubblici, attività nelle scuole, spettacoli e momenti di confronto, perché la sua esperienza arrivi a tutti e nessuno debba più affrontare la solitudine che lui e sua sorella hanno conosciuto.