Talmassons, Arte e spettacoli

Privacy in scena all’Auditorium di Talmassons

di Mario Passon

Sabato 21 giugno abbiamo potuto assistere ad un bel teatro: Mattia Coppino, Emanuele Del Gobbo, Elisa Marchesan, Enrico Marcon, Enrico Innaro e Salvatore Gullo hanno portato sul palco del Polifunzionale la Commedia PRIVACY tratta dal testo di Duccio Camerini.
“E’ una commedia o dramma sul tempo - racconta l’autore - sul destino degli uomini. Una saga raccolta tra poche mura, narrata sotto la forma del giallo, perché crediamo che anche la nostra vita si possa definire un giallo, un murder-mistery di cui per molto tempo ignoriamo il colpevole”.
Privacy è un termine che usiamo spesso per tutelare la nostra sfera intima, la rivendichiamo per impedire che le nostre informazioni personali siano divulgate in assenza di specifica autorizzazione, ci irritiamo quando sul nostro smatphone arrivano telefonate indesiderate e segnalate come spam … privacy è sinonimo di intimità, discrezione, ma può essere interpretata come segretezza, individualismo, egoismo.
La compagnia ci ha presentato tre scene, interpretando tre copioni che attraverso un gioco di luci e di movimenti e staticità sul palco ha intrecciato tre storie ma forse la storia era una sola vista da angolazioni diverse che ci sono apparse fortemente conflittuali tra i protagonisti e che ci sono sembrate indice di una chiusura mentale verso gli altri, verso il modo di essere degli altri.
Abbiamo certamente raccolto i drammi e se vogliamo i destini dei sei personaggi; situazioni ben interpretate dagli attori: l’inquietudine dell’intellettuale che si trasforma in manipolazione e che fa dire al suo collaboratore (Apostolo) “Quello che chiedo alla mia vita è essere te”, l’uomo che decide, sicuro si sé, il manager ma che sa alzare gli occhi e incontra le stelle nella notte (ma forse è solo una illusione), l’orfano che cerca se stesso come Diogene cerca l’uomo, ma autoreferenziale quando dice “Non mi servono consigli grazie... Non mi serve nessuno a me. Faccio tutto con queste mani. C’ho talento per organizzare le cose”, su tutte però la bella interpretazione femminile che sembra mediare il rigido e a volte duro linguaggio maschile …
Chi c’è? Chi è? C’è nessuno? C’è qualcuno? C’è qualcuno sì o no? sembra ricordarci a ognuno di noi che il tempo e lo spazio sono da condividere con gli altri ma il tempo è superiore allo spazio e le cose cambiamo lentamente e progressivamente se fatte al plurale, costruendo ponti e non scavando fossati.

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Ultimo aggiornamento: 05/12/2025 08:09