04/12/2024
Codroipo, Regione
Digital Security Festival da Codroipo a Friuli e Veneto
di CS
Digitalizzazione, sicurezza informatica, intelligenza artificiale e le applicazioni della stessa nelle attività produttiva sono temi che occupano ormai da tempo i management aziendali di tutte le imprese, piccole, medie e grandi a Nordest come in tutta Italia. Proprio a Nordest, però, ormai da sei anni si svolge il Digital Security Festival,un evento ideato e organizzato da due cittadini di Codroipo Marco Cozzi e Gabriele Gobbo, con l’intento di diffondere la cultura e la sicurezza digitale rivolgendosi a persone, aziende, istituzioni e scuole, attraverso una serie di incontri in presenza e on line diffusi su tutto il territorio triveneto. L’edizione 2024, appena conclusasi con grande successo ha visto la realizzazione di 10 incontri in presenza (Udine, Tavagnacco, Roncade, Montebelluna, Castelfranco Veneto, Vittorio Veneto, Trieste, Padova e Vicenza) e quattro incontri on line, con la partecipazione di oltre 50 relatori, italiani e stranieri, scelti fra esperti di ogni settore informatico, professori universitari, manager, imprenditori, esperti legali, inventori, che moderati da una decina di diversi giornalisti si sono confrontanti sul tema generale “Umanocentrico per natura” declinato affrontando questioni come: “L’intelligenza artificiale nella quotidianità”; “L’intelligenza artificiale e la cybersecurity”; “Come gli hacker usano l’Ai”; “Deepfake e disinformazione”; “Cultura e sicurezza digitale”; “Temi strategici dell’evoluzione digitale”; “Inconsapevoli digitali, fra etica, social media e sicurezza cibernetica”; “Intelligenza artificiale: il vaso di pandora tecnologico”: “L’Ai Act in pratica”; “Agenti autonomi e Ia generativa” e molti altri ancora con la presentazione di numerose case history aziendali”. Il tutto con la partecipazione fra il pubblico di centinaia di studenti liceali e universitari, imprenditori e normali cittadini che hanno frequentemente incalzato i relatori con domande curiose e pertinenti.
«Questa sesta edizione– chiarisce Marco Cozzi fondatore e presidente del Festival – ha esplorato, da ogni possibile punto di vista, la tecnologia “umano centrica per natura”. È un tema di grande attualità e interesse pubblico che ha stimolato discussioni profonde sulla direzione in cui sta andando la nostra società e su come possiamo renderla più sicura per tutti. In un momento in cui la sicurezza digitale è cruciale per ogni settore – ha continuato Cozzi -, il Digital Security Festival si è posto al centro del dibattito su come la tecnologia e l’intelligenza artificiale possano essere utilizzate per il bene comune e non solo come strumenti di potere. Abbiamo, infatti, costruito l’edizione 2024 attorno al principio dell’umanità al centro della tecnologia, riprendendo la prima legge della robotica di Isaac Asimov secondo la quale “un robot non può arrecare danno a un essere umano né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno”. Siamo, infatti, convinti che il progresso tecnologico deve essere guidato e ispirato dalle necessità dell’uomo e permettere all’essere umano, come sosteneva Adriano Olivetti per la fabbrica, di vivere una vita ricca di bellezza, arte e cultura, liberandolo dalla meccanicità del lavoro».
Un approccio “umanistico” che ha reso il Dsf 2024 un vero e proprio punto di incontro per tutte le persone che pur non intendendo rinunciare al progresso tecnologico, lavorano quotidianamente per massimizzarne l’utilità per l’umanità e minimizzarne le possibili conseguenze negative, guidate da un profondo senso etico in ciò che fanno.
Un approccio etico che gli organizzatori del Dsf intendono portare avanti anche negli anni futuri, estendendo il Festival anche ad altre regioni italiane, e per garantire il quale hanno anche creato un’associazione di promozione sociale collegata al Festival stesso e hanno firmato un accordo con la consigliera regionale di parità del Friuli Venezia Giulia per fare in modo che lo sviluppo tecnologico e sociale futuro vadano anche verso una crescente parità di genere.
«Dai molti interventi, così come dalle domande del pubblico – ha spiegato il vicepresidente e cofondatore del Dsf, Gabriele Gobbo – è emerso come a Nordest, ma in generale in Italia, manchino ancora sufficienti competenze e conoscenze digitali per affrontare i cambiamenti in atto. Allo stesso tempo nelle aziende, particolarmente in quelle più piccole, si nota un problema culturale che porta gli imprenditori a sottovalutare i rischi sulla sicurezza informatica e le opportunità offerte dal progresso tecnologico e specialmente dall’intelligenza artificiale. Serve uno sforzo – ha continuato Gobbo -, del sistema scolastico, universitario e delle istituzioni in genere, per aumentare il numero di persone adeguatamente preparate ad affrontare le sfide tecnologiche e digitali del futuro. Per fortuna, tuttavia, grazie in particolare alle nuove generazioni, si sta riscontrando una sempre maggior attenzione a questi temi e un desiderio di attrezzare le aziende e formare il personale in modo da poter affrontar al meglio i cambiamenti in corso. Per noi è una soddisfazione vedere che questi anni di impegno per diffondere la cultura del digitale sono riusciti a far crescere l’attenzione verso questi temi e tutto ciò ci spinge a continuare e ad allargare il nostro impegno oltre i confini del Nordest».
L’importanza del fattore umano, al centro dell’edizione del Digital Security Festival, è confermata anche da Sonia Gastaldi, consigliera del Dsf e sociologa informatica che ha ribadito come: «Il Digital Security Festival di quest’anno con il tema “Umanocentrico per natura” ha riposizionato il fattore umano al centro della dirompente rivoluzione tecnologica e digitale che permea le nostre vite già da qualche anno. E questo mi rende particolarmente grata, vista la mia missione da sociologo. Tre settimane di festival sono sicuramente “un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità”, un’umanità che, se saprà ben usare le nuove tecnologie, potrà vivere un nuovo rinascimento liberandosi dei compiti ripetitivi a favore della creatività. Tutto ciò a condizione che nessuno sia lasciato indietro e solo. Ecco – ha sottolineato Sonia Gastaldi – il Festival di quest’anno è il sesto seme per innalzare alberi forti che ritornino al mondo riparo, ossigeno e bellezza».
Anche per Luigi Gregori, presidente dell’ItClub Fvg il tema del Digital Security Festival 2024 è stato particolarmente centrato e «ha rappresentato un importante momento di riflessione sull'importanza del fattore umano nella cybersecurity. Fin dalla sua prima edizione – sottolinea Gregori -, organizzata dall'ItClub, il Festival ha sempre avuto come principale obiettivo quello di sensibilizzare tutti i soggetti della società civile - dai ragazzi, ai genitori, agli insegnanti, ai lavoratori, ai manager, ai politici, ai tecnici, agli esperti - sull'urgenza di governare la trasformazione digitale in atto. Quest'anno, in particolare, la partecipazione di relatori di altissimo livello e l'entusiasmo del pubblico presente hanno confermato che cybersecurity e intelligenza artificiale sono davvero i temi cruciali del nostro tempo. Sebbene spesso percepiti solo come termini “di moda”, essi rappresentano in realtà gli elementi chiave per riuscire a gestire in modo efficace e consapevole i profondi cambiamenti sociali ed economici innescati dalla rivoluzione digitale, che è già dirompente anche se non pienamente percepita dalla maggior parte della popolazione. L'elevato numero di richieste per replicare l'evento in altre località – ha ribadito Gregori - testimonia l'unicità del Dsf nel suo genere, grazie alla sua capacità di creare un confronto costruttivo e coinvolgente tra tutti gli attori protagonisti di questa trasformazione. Un modello di festival che mette al centro l'essere umano, per affrontare in modo olistico le sfide della cybersecurity e dell'intelligenza artificiale».
Una riflessione finale e di prospettiva è stata proposta da Davide Bazzan, socio fondatore del Digital Security Festival chiarendo che: «Il concetto di "umanocentrico" in questa sesta edizione del Digital Security Festival è stato spiegato attraverso le leggi della robotica di Asimov, ma si è andati oltre: come Asimov stesso comprese che concentrarsi sul singolo non bastava, introducendo la legge zero per proteggere l'intera umanità, così oggi dobbiamo superare l'individualismo tipico dell'era degli influencer. Dobbiamo chiederci se conti più il numero di visualizzazioni o la qualità del contenuto, se sia più importante l'esaltazione del singolo o una sintesi collettiva. Una visione sistemica che non è solo teoria: la Natura la applica da miliardi di anni, dimostrando che la vera sfida – ha concluso Bazzan - è imparare a essere parte di questo equilibrio millenario a favore del bene comune, che si tratti di vita reale, digitale, sociale o social».